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Myanmar: approvate le prime relazioni diplomatiche tra il Vaticano e il Paese birmano

Via libera dal Parlamento della Repubblica del Myanmar (Stato dell’Asia sud orientale noto anche come Birmania) alla proposta del Vaticano di instaurare relazioni diplomatiche. Il parlamento ha approvato la proposta all’unanimità nella seduta del 10 marzo scorso; la notizia è stata trasmessa dalla televisione di Stato lo stesso giorno ed è stata pubblicata l’11 marzo dal Mirror, l’organo di stampa ufficiale del governo birmano.

La Birmania è un paese multi-religioso, ma la religione più diffusa è il buddhismo Theravada, a cui sono stati aggiunte credenze locali. Secondo il governo militare, è praticata dall’89% della popolazione; i cristiani rappresentano il 4% degli oltre 51 milioni di abitanti.

La proposta del Vaticano – riporta Asia News – è stata presentata l’8 Febbraio 2017 al Consigliere di Stato e Ministro degli Esteri, Daw Aung San Suu Kyi, dall’arcivescovo Paul Tsang in-Nam, nunzio vaticano in Thailandia e delegato apostolico per il Myanmar. Sotto la guida del cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon e primo cardinale del Myanmar, mons. Tsang in-Nam ha ufficialmente incontrato la prima ministra Aung San Suu Kyi nella sua residenza di Nay Pyi Taw, la capitale amministrativa del Myanmar. All’incontro hanno preso parte anche il card. Bo, legato alla premier e Premio Nobel per la Pace da un rapporto di profonda amicizia, e p. Maurice Nyunt Wai, segretario esecutivo della Conferenza episcopale del Myanmar.

La svolta diplomatica del Paese asiatico, flagellato da decenni di dittatura militare, è iniziata l’8 novembre 2015 quando si svolsero le elezioni parlamentari generali per rinnovare i seggi del parlamento elettivi (il 25% dei seggi resta riservato a membri nominati dalle forze armate). Le elezioni, giudicate le più democratiche dal 1990, videro la vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi. La stessa leader è attualmente Consigliere di Stato della Birmania, Ministro degli Affari Esteri e Ministro dell’Ufficio del Presidente, aprendo le porta della Nazione ad altri Paesi del mondo.

In una dichiarazione del 24 febbraio scorso, il ministro U Kyaw Tin aveva rivelato che il nuovo governo avrebbe dato inizio a rapporti diplomatici con sette Paesi, una volta che l’ Hluttaw Pyidaungsu, l’assemblea nazionale, avesse dato l’assenso. I sette Paesi: Guinea, Malta, Ecuador, Seychelles, Liberia, Isole Marshall e, per la prima volta nella storia birmana, Città del Vaticano.

Milena Castigli

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