Ritrovare nelle comuni radici cristiane la forza spirituale della fede in Cristo e la morale dell’amore, per superare le contrapposizioni e le tensioni di questo nostro tempo”. Lo ha auspicato l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nel suo saluto finale alla processione di Maria Ausiliatrice, presso la basilica torinese a dedicata alla madre di Cristo. “Ricercare insieme le soluzioni più concrete e appropriate, che aprano le vie di una convivenza sociale pacifica e solidale”, è l’auspicio del presule che, nel messaggio riportato dal Sir, ha citato l’esortazione postsinodale Christus vivit. In italiano Cristo vive, è la quarta esortazione apostolica di papa Francesco. Il testo è composto da 299 paragrafi, dei quali 4 sono nell'introduzione e 195 nei 9 capitoli e viene affrontato il tema dei giovani e sul come rendere le nuove generazioni attrici e protagoniste nella Chiesa del terzo millennio.
“Maria – ha speigato l'arcivescovo – ha saputo osare e fidarsi fino in fondo di Dio e della sua chiamata, ha scommesso su questa chiamata e se ne è resa responsabile. Ha rischiato la sua giovane vita, aveva già deciso un suo progetto con Giuseppe e l’ha cambiato radicalmente”. Da lei l’insegnamento a “fidarci di Dio e ad accogliere il suo progetto su di noi senza troppe titubanze e paure del domani”. “Maria non ha avuto una strada facile, ha dovuto affrontare momenti dolorosi e difficili fin dall’inizio”, ha affermato mons. Nosiglia. L’arcivescovo ha indicato in Maria “la grande custode della speranza”: “da lei impariamo a essere tenaci nel perseguire il cammino e tendere alla meta che Dio ci indica”. “Per questo – ha concluso – Maria ci insegna a non perderci d’animo e a resistere ai dubbi e alle debolezze che pure ci portiamo nel cuore. In lei e con lei la luce della fede e della speranza non si spegne nei nostri cuori e possiamo affrontare con serenità ogni avversità”.
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