La questione di fondo, che il governo centrale dell’India finora non ha affrontato, tocca il rapporto tra due etnie. I meitei sono il gruppo di maggioranza nello stato del Manipur, Sono definiti anche “manipuri”. Sono circa 1,5 milioni. E sono di religione induista. Ci sono poi i kuki. Minoranza etnica di religione cristiana. I meitei vivono principalmente nella prospera valle Imphal. Che costituisce circa il 10% del territorio del Manipur. Le aree collinari occupate da boschi e terreni agricoli, ospita, invece, gruppi minoritari indigeni. Tra i quali i kuki, che hanno ottenuto il riconoscimento dello status di “comunità tribale”. Questo riconoscimento garantisce un tutela costituzionale. A protezione della terra. Della cultura. Della lingua. E dell’identità delle comunità storicamente più svantaggiate dell’India. Per questo ai meitei non era consentito acquistare terreni in quelle aree collinari.
“Quello per ricercare la pace è un sentiero irto, difficile, impervio“, dichiara all’agenzia missionaria vaticana Fides monsignor Thomas Menamparampil. L’arcivescovo emerito di Guwahati guida il “Forum interreligioso per la pace e l’armonia del Manipur”. Ed è una delle persone che sta alzando la voce per cercare una via di pace e riconciliazione in Manipur. Lo stato dell’India Nordoccidentale è sconvolto dalla violenza interetnica. Lo scontro tra gruppi delle etnie kuki e meitei ha finora provocato la morte di 178 persone secondo dati ufficiali delle autorità. Mentre gruppi della società civile parlano di oltre 200 vittime. Circa 60mila persone sono sfollate. Momenti di alta tensione si registrano nel territorio.
Le questioni fondamentali di giustizia, alla base dell’insorgere della violenza, non sono state affrontate e risolte. Con gli altri leader del Forum interreligioso, l’arcivescovo ha incontrato nei giorni scorsi i capi delle comunità cristiane di etnia kuki e alcuni capi meitei. Per ascoltare le loro esigenze. E ricercare insieme una via di pace. Monsignor Menamparampil risiede normalmente a Guwahati, nello stato confinante di Assam. E ha visitato Manipur quattro volte dopo l’inizio delle violenze. Nel tentativo di avviare un percorso di dialogo che ha avuto come prima conseguenza la nascita del Forum interreligioso. Di cui l’arcivescovo Menamparampil è coordinatore. Menamparampil ha rimarcato “l’urgenza del rispetto reciproco e dell’apertura al dialogo, in un momento delicato come questo”.
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