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Il Papa: “La gioia è nella condivisione, non nell'idolatria”

Gesù dichiara beati i poveri, gli affamati, gli afflitti, i perseguitati; e ammonisce coloro che sono ricchi, sazi, ridenti e acclamati dalla gente”. Si sofferma sul senso delle Beatitudini Papa Francesco, parlando ai fedeli duranet l'Angelus domenicale. Un testo, quello di san Luca, che “si articola in quattro beatitudini e quattro ammonimenti formulati con l’espressione 'guai a voi'”. Parole forti e incisive, con le quali “Gesù ci apre gli occhi, ci fa vedere con il suo sguardo, al di là delle apparenze, oltre la superficie, e ci insegna a discernere le situazioni con fede”. E, dopo aver dichiarato beati coloro scartati dalla società, Gesù si rivolge “ai sazi” proprio con un'ammonizione, ricordando che “Dio è vicino a coloro che soffrono e interviene per liberarli dalle loro schiavitù; Gesù vede questo, vede già la beatitudine al di là della realtà negativa”.

In guardia dai falsi idoli

Il “guai a voi” è rivolto “a quanti oggi se la passano bene” per “svegliarli dal pericoloso inganno dell’egoismo e aprirli alla logica dell’amore, finché sono in tempo”. L'invito è dunque a “riflettere sul senso profondo dell’avere fede, che consiste nel fidarci totalmente del Signore. Si tratta di abbattere gli idoli mondani per aprire il cuore al Dio vivo e vero”. In quella ricerca di pienezza così difficile da raggiungere, è nel Signore che è possibile trovare quella spinta necessaria, il conforto e anche quella protezione dai falsi dispensatori di felicità: “Promettono successo in tempi brevi, grandi guadagni a portata di mano, soluzioni magiche ad ogni problema, e così via. E qui è facile scivolare senza accorgersi nel peccato contro il primo comandamento: l’idolatria, sostituire Dio con un idolo. Idolatria e idoli sembrano cose di altri tempi, ma in realtà sono di tutti i tempi. Descrivono alcuni atteggiamenti contemporanei meglio di molte analisi sociologiche”.

Uno sguardo penetrante

Gesù ci apre gli occhi sulla realtà: siamo chiamati a essere beati e “lo diventiamo fin da ora nella misura in cui ci mettiamo dalla parte di Dio, del suo Regno, dalla parte di ciò che non è effimero ma dura per la vita eterna”. La felicità è piena quando si è in grado di riconoscerci bisognosi davanti a Dio e se, come lui, offriamo il nostro conforto ai poveri e agli afflitti: “Il Signore ci aiuta ad aprire gli occhi, ad acquisire uno sguardo più penetrante sulla realtà, a guarire dalla miopia cronica che lo spirito mondano ci contagia. Con la sua Parola paradossale ci scuote e ci fa riconoscere ciò che davvero ci arricchisce, ci sazia, ci dà gioia e dignità”. Il che significa essere capaci della gioia senza fare dei beni di questo mondo “degli idoli a cui svendere la nostra anima”, ma “qualcosa da condividere con i nostri fratelli”.

Al termine dell'Angelus, il Santo Padre ha ricordato che “da giovedì a domenica prossima avrà luogo in Vaticano un incontro dei Presidenti di tutte le Conferenze Episcopali sul tema della protezione dei minori nella Chiesa”. Un appuntamento per il quale il Papa invita a pregare, poiché “atto di forte responsabilità pastorale davanti a una sfida urgente del nostro tempo”.

redazione

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