Molto presto la Turchia convocherà l’attuale ambasciatore della Santa Sede ad Ankara per esprimere la sua “inquietudine rispetto alle parole di Papa Francesco” pronunciate durante il suo recente viaggio in Armenia. Il Pontefice, infatti, ha definito “genocidio” il massacro degli armeni del 1915. Parole che lo Stato turco non ha gradito. Il Ministero degli Esteri ha oggi diffuso una nota in cui condanna le dichiarazioni di Bergoglio e il prossimo passo, ha scritto il quotidiano turco Hurriyet, citando fonti affidabili, sarà la convocazione.
L’ambasciatore vaticano è arrivato da poche settimana in Turchia e ancora non ha presentato le sue credenziali al presidente Recep Tayyip Erdogan, quindi è molto probabile che Angelo Accattino, attuale primo consigliere dell’ambasciata, servizio che presta dal luglio del 2015, sarà lui ad essere convocato al Ministero. Secondo la stessa fonte, Ankara non ha ancora intenzione di richiamare il suo ambasciatore in Vaticano, Mehmet Paçaci, per consultazioni.
Azione che, invece, intraprese lo scorso hanno quando Francesco definì, pubblicamente, per la prima volta, “genocidio” la morte di migliaia di armeni. All’epoca, in una nota del Ministero degli Esteri di Ankara, si leggeva che il popolo turco non riconosce la dichiarazione del Pontefice, “che è discutibile sotto tutti i punti di vista, che è basata sul pregiudizio, che distorce la storia e che riconduce il dolore sofferto in Anatolia nelle particolari circostanze della Prima Guerra Mondiale ai membri di una sola religione”. Parole “inaccettabili” secondo il Ministro degli Esteri Mevlut Cavuysoglu. In quell’occasione, su Twitter, il ministro scrisse che “le dichiarazioni del Papa, che non sono fondate su dati storici e legali, sono inaccettabili”. Il capo della diplomazia turca affermò anche che “i leader religiosi non devono alimentare le tensioni e l’odio con affermazioni infondate”.
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