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“Educare i figli a Dio, ecco la missione della famiglia”

Questa è la missione alla quale è orientata la famiglia: creare le condizioni favorevoli per la crescita armonica e piena dei figli, affinché possano vivere una vita buona, degna di Dio e costruttiva per il mondo”. Lo dice Papa Francesco, affacciandosi dallo studio del Palazzo Apostolico per la consueta preghiera domenicale dell'Angelus. Nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa della Santa Famiglia, il Pontefice incentra la sua riflessione sull'importanza del ruolo che gioca la fede e la presenza di Dio all'interno della prima cellula della società. Partendo dal brano evangelico del giorno, il Santo Padre sottolinea che i genitori “sono custodi” e non “padroni” dei figli. E aggiunge: “Ogni volta che le famiglie, anche quelle ferite e segnate da fragilità, fallimenti e difficoltà, tornano alla fonte dell’esperienza cristiana, si aprono strade nuove e possibilità impensate”. Infine, la preghiera per le vittime degli attentati che nei giorni scorsi hanno colpito alcune chiese copte in Egitto: “Esprimo la mia vicinanza ai fratelli Copti Ortodossi d’Egitto. Il Signore accolga le anime dei defunti, sostenga i feriti, i familiari e l’intera comunità, e converta i cuori dei violenti”.

Custodi e non padroni

Il Vangelo di questa prima domenica dopo il Natale invita “a riflettere sull’esperienza vissuta da Maria, Giuseppe e Gesù, mentre crescono insieme come famiglia nell’amore reciproco e nella fiducia in Dio“. Per esprimere questa fiducia, Maria e Giuseppe compiono un rito: lo portano al Tempio di Gerusalemme per presentarlo al Signore “come richiedeva la legge mosaica”. “I genitori di Gesù vanno al tempio per attestare – spiega il Papa -che il figlio appartiene a Dio e che loro sono i custodi della sua vita e non i proprietari”. E aggiunge: “Dobbiamo riflettere su questo, molti genitori credono di essere i padroni dei loro figli. Ma non è così. Sono custodi”. Solo Dio, ammonisce il Pontefice, “è il Signore della storia individuale e familiare; tutto ci viene da Lui. Ogni famiglia è chiamata a riconoscere tale primato, custodendo ed educando i figli ad aprirsi a Dio che è la sorgente stessa della vita”.

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Contro le false immagini di Dio

Ecco “il segreto della giovinezza interiore“, un segreto, fa notare Bergoglio, “testimoniato paradossalmente nel Vangelo da una coppia di anziani, Simeone e Anna”. E le parole profetiche che Simeone rivolge alla Madonna “rivelano che Gesù è venuto per far cadere le false immagini che ci facciamo di Dio e anche di noi stessi”, “per 'contraddire' le sicurezze mondane su cui pretendiamo di appoggiarci”, “per farci 'risorgere' a un cammino umano e cristiano autentico, fondato sui valori del Vangelo. Non c’è situazione familiare che sia preclusa a questo cammino nuovo di rinascita e di risurrezione“. E aggiunge: “Ogni volta che le famiglie, anche quelle ferite e segnate da fragilità, fallimenti e difficoltà, tornano alla fonte dell’esperienza cristiana, si aprono strade nuove e possibilità impensate”.

La missione della famiglia

Una grande gioia della famiglia è la crescita dei figli – prosegue il Santo Padre -. Essi sono destinati a svilupparsi e fortificarsi, ad acquisire sapienza e accogliere la grazia di Dio, proprio come è accaduto a Gesù. Egli è veramente uno di noi: il Figlio di Dio si fa bambino, accetta di crescere, di fortificarsi, è pieno di sapienza e la grazia di Dio è sopra di Lui. Maria e Giuseppe hanno la gioia di vedere tutto questo nel loro figlio; e questa è la missione alla quale è orientata la famiglia: creare le condizioni favorevoli per la crescita armonica e piena dei figli, affinché possano vivere una vita buona, degna di Dio e costruttiva per il mondo“.

La preghiera per l'Egitto

Al termine dell'Angelus, il pensiero del Pontefice va all'Egitto, colpito da due attentati: “Esprimo la mia vicinanza ai fratelli Copti Ortodossi d’Egitto. Il Signore accolga le anime dei defunti, sostenga i feriti, i familiari e l’intera comunità, e converta i cuori dei violenti“.

Un giorno di ringraziamento

Infine, nel salutare i tanti pellegrini e le famiglie che affollano piazza San Pietro, sfidando il freddo, il Papa ammonisce: “Non dimentichiamoci in questa giornata di ringraziare Dio per l’anno trascorso e per ogni bene ricevuto”. E a braccio aggiunge: “Ripensiamo a tutti i benefici e alle cose belle che ha realizzato per noi. E se abbiamo avuto momenti tristi, ringraziamolo lo stesso perché ci ha aiutato ad uscire da quella tristezza”. Poi il consueto saluto: “Continuate per favore a pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!“.

Fabio Beretta

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