Papa Francesco è tornato oggi a Roma dopo un volo intercontinentale di 11 ore e 35 minuti. La Messa di domenica celebrata al Metropark ha concluso la XXXIV edizione della Gmg. Il prossimo appuntamento con la manifestazione voluta da San Giovanni Paolo II sarà a Lisbona nel 2022.
Cinque giorni in cui si è manifestata la vitalità della Chiesa, con la partecipazione di pellegrini provenienti da tutto il mondo. In particolare, merita di essere menzionata la presenza dei ragazzi venezuelani, arrivati nonostante la grave crisi economica e politica in corso nel Paese sudamericano e che ha raggiunto il suo apice proprio durante la Gmg. Sono state e continuano ad essere ore difficili per il Venezuela, alle prese con il braccio di ferro tra Maduro, intenzionato ad iniziare il suo secondo mandato nonostante le accuse di essere un dittatore mossa da parte dell'opinione pubblica internazionale, e Guaidò, autoproclamatosi presidente con il riconoscimento di potenze come Usa e Brasile. La Chiesa locale, punto di riferimento per la popolazione nel caos generale del Paese, con ogni probabilità si “candida” a svolgere un ruolo di mediazione nell'incerto futuro prossimo. Per questo la Santa Sede si è mossa con prudenza di fronte all'evolversi della situazione e il papa a Panama si è espresso nell'ultimo giorno della Visita apostolica – dopo una nota fatta circolare il 24 gennaio – auspicando che “si possa cercare una soluzione giusta e pacifica per superare la crisi rispettando i diritti umani e cercando il benessere di tutti i cittadini”.
Come annunciato alla partenza, il tema dei migranti – con le carovane dirette ai confini Usa a poca distanza dal piccolo Stato centroamericano – non è mancato nell'agenda panamense di Francesco. La loro condizione è stata ricordata nel discorso ai Vescovi del Sedac e poi ai giovani in occasione della Via Crucis,condannando chi identifica il migrante come “portatore di male sociale”.
Nella giornata di domenica la gioia dei pellegrini è stata spezzata dalla notizia di un attentato avvenuto nelle Filippine dove una bomba è esplosa nella cattedrale cattolica di Jolo, provocando 20 morti. Queste vittime sono state ricordate da Francesco che ha pregato il Signore “affinché converta i cuori dei violenti e garantisca agli abitanti di quella popolazione una pacifica convivenza“.
Ancora una volta, poi, Francesco ha voluto sottolineare la tragedia dell'aborto, affermando che la Via Crucis del Figlio di Dio oggi si prolunga nel “grido soffocato dei bambini ai quali si impedisce di nascere”. Tra i mali contemporanei della società, il papa ha citato anche il fenomeno della tratta che continua, purtroppo, a privare del presente e del futuro ancora troppe persone nel mondo.
Del viaggio a Panama resteranno le immagini della visita nel carcere minorile di e nel centro “El Buen Samaritano” dove si assistono i malati di Hiv ed Aids. Ai giovani detenuti, Francesco ha predicato il valore del sacramento della Riconciliazione. Lo ha fatto confessando alcuni di loro ed ascoltando le storie che avevano da raccontare. Nell'incontro con le persone affette da Hiv ed Aids, inoltre, ha mandato un messaggio importante contro la tendenza a emarginare determinate categorie di esseri umani nella società.
A tutti i giovani incontrati – fisicamente e con le parole – il papa ha raccomandato di ispirarsi a Maria, modello di coraggio per quel “si” incondizionato detto a Dio. Attigendo ad un gergo familiare ai suoi interlocutori, Francesco ha definito la Madonna l”'influencer di Dio” capace di divenire “la donna che ha avuto maggiore influenza nella storia”. Alle nuove generazioni ha fatto un appello a non lasciarsi addomesticare, un rischio che si può scongiurare proprio seguendo l'esempio della Madre di Dio: abbandonandosi totalmente a Dio.
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