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Baghdad, Sinodo caldeo per una Chiesa unita e vicina ai profughi

Si è concluso il Sinodo speciale della Chiesa caldea a Baghdad, alla presenza del patriarca Mar Louis Raphael I Sako, diversi prelati e personalità della Chiesa d’Oriente. Un appuntamento importante per la comunità caldea, preceduto dall’ordinazione di due nuovi vescovi, Mons. Emanuel Hana Shaleta, della diocesi caldea di Sant’Addai e Mons. Basel Yaldo, vicario patriarcale. Mar Sako rilancia l’importanza di una “Lega caldea” che sappia “difendere e aiutare questi sfollati, promuovere la tutela del patrimonio caldeo, battersi a difesa dei cristiani perseguitati”.

Il Patriarca sottolinea inoltre l’istituzione della giornata speciale in ricordo dell’eccidio assiro e caldeo, perché “anche noi abbiamo perso quattro diocesi e tre vescovi” in quegli anni. Un giorno all’anno per la celebrazione del “venerdì dei martiri e dei confessori della fede”, il primo venerdì dopo Pasqua, ci saranno liturgie solenni unite ad attività culturali e popolari in tutte le diocesi. Esso ricorderà  il massacro degli Assiri, caratterizzato dalla deportazione ed eliminazione compiuta dall’Impero ottomano nel 1915-1916 dei cristiani della Chiesa assira, ortodossa siriaca, siro-cattolica e caldea. In due anni sarebbero stati uccisi più di 200mila fedeli.

Oggi la Chiesa d’oriente è minacciata dalle violenze islamiste che hanno più che dimezzato in pochi anni la popolazione locale e che nei mesi scorsi con l’avanzata dei jihadisti dello Stato islamico nel nord, a Mosul e nella piana di Ninive, hanno messo in fuga quasi la totalità dei fedeli rimasti. A questo si aggiunge lo scontro in atto con alcuni monaci, sacerdoti e un vescovo, protagonisti di una ribellione verso il patriarcato. Dal 2013 è in atto un durissimo braccio di ferro fra Mar Louis Raphael I Sako e il vescovo della diocesi di San Pietro Apostolo (San Diego, California) Mar Sarhad Jammo, che ha accolto religiosi e preti fuggiti dall’Iraq senza il permesso dei loro vescovi o superiori. A più riprese il patriarca ha ordinato il loro rientro in Iraq e richiamato all’obbedienza il vescovo ma senza risultati. Il 17 febbraio ci sarà un incontro in Vaticano affinchè “venga preservata l’unità della Chiesa caldea” spera Mar Sako.

“Stanziare i fondi a sostegno delle famiglie cacciate da Daesh (lo Stato islamico), spogliate del denaro e di ogni bene” questa la richiesta dei partecipanti al Sinodo rivolta al governo centrale di Baghdad e all’amministrazione regionale del Kurdistan. Alla comunità internazionale, invece, la richiesta di “unire gli sforzi” per “liberare i territori occupati” e “garantire il ritorno degli sfollati”.

don Marco Mondelci

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