Non è facile essere cristiani in Iran. Questa minoranza religiosa, seppur in costante e sorprendente crescita negli ultimi anni, continua a subire episodi di discriminazione e di vera e propria persecuzione. Lo dimostra il fatto che soltanto nell'ultima settimana sono stati oltre cento i cristiani arrestati nel territorio della Repubblica islamica.
L'Open Doors, organizzazione internazionale di beneficenza che supporta la causa delle chiese perseguitate in giro per il mondo, ha riferito che 114 persone sono state arrestate nel mese di dicembre. Si tratterebbe, secondo quanto riferisce l'associazione con sede nel Regno Unito, di neoconvertiti che hanno deciso di abbracciare il cristianesimo dopo aver abbandonato l'Islam. L'accusa sarebbe quella, sempre secondo questa fonte, di “proselitismo”.
L'avvocato della Open Doors, Zoe Smith, ha così commentato quanto sta accadendo nel Paese del Golfo Persico: “Questo picco negli arresti è molto preoccupante e segue una tendenza consolidata del governo iraniano“. “Con l'aumento del numero di convertiti al cristianesimo – ha proseguito il legale – le autorità impongono maggiori restrizioni alle chiese“. “Le restrizioni – ha spiegato – sono peggiori per le chiese che accolgono chi si converte dall'Islam. Non solo, ma il governo sta chiedendo importi di cauzione irragionevolmente alti e prevedendo periodi di prigionia più lunghi per i cristiani “. Secondo l'avvocato della Open Doors, inoltre, le autorità porrebbero sempre più spesso i rappresentanti delle comunità cristiane di fronte ad un ultimatum: lasciare il Paese o affrontare un arresto.
Nonostante il clima di persecuzione, la crescita delle conversioni al cristianesimo nel Paese della Rivoluzione islamica del '78-79 non conosce sosta. Secondo l'organizzazione Christian Solidarity Worldwide sarebbero oltre un milione il numero degli iraniani che hanno abbandonato l'Islam per abbracciare il Vangelo. Un trend positivo che si dimostra più forte anche delle continue incriminazioni per apostasia, blasfemia e spionaggio da cui frequentemente sono costretti a difendersi.
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