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Angelus, Bergoglio: “Insultare è uccidere il cuore dei nostri fratelli”

“Insultare: noi siamo abituati a insultare, è come dire “buongiorno”. E quello è sulla stessa linea dell’uccisione. Chi insulta il fratello, uccide nel proprio cuore il fratello. Per favore, non insultare! Non guadagniamo niente…” Con queste parole, Papa Francesco prosegue la sua catechesi sul brano evangelico del “Discorso della montagna”. Affacciandosi su una piazza San pietro gremita di fedeli, e baciata dal sole, Bergoglio sottolinea come nel brano del Vangelo dell’odierna liturgia, “Gesù vuole aiutare i suoi ascoltatori a compiere una rilettura della legge mosaica”.

Il compimento della legge

“Gesù è venuto per dare compimento e per promulgare in modo definitivo la legge di Dio”. Infatti, ricorda il Papa, Cristo “adempie gli aspetti autentici, e fa tutto questo mediante la sua predicazione e più ancora con l’offerta di sé stesso sulla croce”. E’ Gesù stesso ad insegnare “come fare pienamente la volontà di Dio”, e lo fa utilizzando l’espressione “giustizia superiore”. Una giustizia diversa “rispetto a quella degli scribi e dei farisei”, “animata dall’amore, dalla carità, dalla misericordia”, e dunque “capace di realizzare la sostanza dei comandamenti, evitando il rischio del formalismo”. Nella liturgia di questa domenica, “Gesù prende in esame tre comandamenti: l’omicidio, l’adulterio e il giuramento”.

Insultare è uccidere il fratello

Riguardo al quinto comandamento della legge di Mosè, “Non uccidere”, il Pontefice sottolinea come Gesù intende questo divieto: “viene violato non solo dall’omicidio effettivo, ma anche da quei comportamenti che offendono la dignità della persona umana, comprese le parole ingiuriose”. Anche se queste parole non hanno la stessa “gravità e colpevolezza dell’uccisione”, esse “si pongono sulla stessa linea, perché ne sono le premesse e rivelano la stessa malevolenza”. Inoltre, “Gesù ci invita a non stabilire una graduatoria delle offese, ma a considerarle tutte dannose, in quanto mosse dall’intento di fare del male al prossimo”. “Insultare: noi siamo abituati a insultare – prosegue il Papa -, è come dire “buongiorno”. E quello è sulla stessa linea dell’uccisione. Chi insulta il fratello, uccide nel proprio cuore il fratello. Per favore, non insultare! Non guadagniamo niente”.

Le “intenzioni di possesso”

Altro compimento viene apportato “alla legge matrimoniale”. Nella tradizione ebraica “l’adulterio era considerato una violazione del diritto di proprietà dell’uomo sulla donna”, ricorda Bergoglio. “Gesù, invece, va alla radice del male”. Così come si arriva all’omicidio, ovvero “attraverso le ingiurie, le offese e gli insulti”, nello stesso modo “si giunge all’adulterio, attraverso le intenzioni di possesso nei riguardi di una donna diversa dalla propria moglie”. Come tutti gli altri peccati, anche il tradimento viene “prima concepito nel nostro intimo e, una volta compiuta nel cuore la scelta sbagliata, si attua nel comportamento concreto”. Citando le parole di Gesù, “chi guarda una donna che non è la propria con animo di possesso è un adultero nel suo cuore, ha incominciato la strada verso l’adulterio”, Francesco chiede di riflettere “sui pensieri cattivi che vengono in questa linea”.

Giurare, un atto d’insicurezza

Infine, Gesù chiede “ai suoi discepoli di non giurare, in quanto il giuramento è segno dell’insicurezza e della doppiezza con cui si svolgono le relazioni umane”. Il Santo Padre sottolinea come attraverso questo gesto “si strumentalizza l’autorità di Dio per dare garanzia alle nostre vicende umane”. Al contrario, “siamo chiamati ad instaurare tra di noi, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità un clima di limpidezza e di fiducia reciproca, così che possiamo essere ritenuti sinceri senza ricorrere a interventi superiori per essere creduti. La diffidenza e il sospetto reciproco minacciano sempre la serenità!”.

Cristiani non di facciata

“La Vergine Maria, donna dell’ascolto e dell’obbedienza gioiosa – conclude il Papa -, ci aiuti ad accostarci sempre più al Vangelo, per essere cristiani non ‘di facciata’, ma di sostanza! E questo è possibile con la grazia dello Spirito Santo, che ci permette di fare tutto con amore, e così di compiere pienamente la volontà di Dio”. Dopo la preghiera dell’Angelus, salutando i tanti pellegrini giunti a Roma, Francesco invita tutti a non dimenticare tre cose: “non insultare; non guardare con occhi cattivi, con occhi di possesso la donna del prossimo; non giurare. E’ tanto facile!”.Quindi il tradizionale “Buon pranzo e arrivederci!”.

Fabio Beretta

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