Spugne da cucina mascherate da invitanti bocconi da gustare o, in modo più “classico”, la trappola del veleno per topi camuffato nel cibo, da lasciare in strada per attrarre gli ignari animali e ucciderli: con tali sistemi, negli ultimi giorni, sono stati già 16 i cani a perdere la vita a Genova, destando preoccupazione nei padroni che, con sempre più cautela, portano a spasso i propri animali per le vie della città. Un sistema-killer crudele che, in modo subdolo, ha messo nel mirino i “quattro zampe”, rimasti vittima in modo crescente delle iniziative di un ignoto (o ignoti) che ha ritenuto edificante piazzare bocconi avvelenati per le vie del capoluogo ligure.
Un operato che non ha lasciato indifferente la città di Genova che, in modo piuttosto rapido, ha esteso l’allarme dando vita a numerose associazioni impegnate nella tutela dei cani e delle loro passeggiate. Sono stati addirittura sette i gruppi anti-avvelenamento nati per contrastare l’azione dei criminali. Al di là dell’evidente (e maggiormente concreto) rischio per gli animali, i gruppi hanno palesato il pericolo che tali trappole rappresentano anche per i bambini poiché, alcuni di questi bocconi-killer, sarebbero stati rinvenuti anche nei parchi pubblici: “Ancora non è successo ma, se li mettessero in bocca, cosa accadrebbe?”, ha spiegato il presidente di una delle associazioni. E allora, proprio per scongiurare per quanto possibile il rischio, i gruppi hanno dirottato la loro denuncia dall’online all’operato nelle strade, mettendo in pratica vere e proprie “ronde” per rintracciare le cosiddette “polpette avvelenate” e neutralizzarle, coprendo più territorio possibile.
Non è la prima volta che, nelle grandi città, si riscontrano fenomeni di questo tipo. In questo caso, però, a lasciare stupiti è l’assiduità dell’operato di tali sconosciuti individui i quali, pur di riuscire nel loro intento, hanno concepito un espediente “innovativo” come le spugne (le stesse impiegate per lavare i piatti) camuffate da assaggi di carne, le quali verrebbero fritte e lasciate in strada per poi, dopo l’ingerimento, causare un blocco intestinale al malcapitato cane, fatale nella maggior parte dei casi. Una modalità d’azione alquanto vile, a dispetto di coloro che, assieme ai loro animali, cercano comunque di vivere la città nel rispetto e nell’educazione civica.
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