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Ribera, operatori sanitari beccati a fare la spesa con l’ambulanza

Operatori sanitari, medici e infermieri dell’ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera, in provincia di Agrigento, sono accusati di assenteismo. E in alcuni casi, questi furbetti del cartellino, sono stati pizzicati mentre erano al mercato, o al supermarket, con l’ambulanza di servizio. E così l’operazione “Ghost rider”, condotta dalla Guardia di Finanza, ha portato a 34 denunce. Medici, infermieri e operatori sanitari, oltre all’assenteismo, sono accusati anche di false certificazioni.

L’indagine

I reati contestati sono la truffa ai danni di un ente pubblico e, in alcuni casi, il peculato, l’interruzione di pubblico servizio e reati di false certificazioni. Ma non solo medici. Infatti, tra i numerosi soggetti studiati durante l’indagine, quattro rivestono anche il ruolo di consigliere comunale presso vari comuni dell’agrigentino. Per 7 degli indagati, inoltre, il gip presso il tribunale di Sciacca ha emesso, su richiesta della Procura della Repubblica di Sciacca, altrettante ordinanze di custodia cautelare di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Al mercato con l’ambulanza

Tra le forme più gravi di assenteismo, quella del personale del 118. Gli inquirenti, infatti, hanno rilevato che intere squadre in servizio di pronta reperibilità, si allontanavano periodicamente con mezzi propri, ma anche con l’autoambulanza in loro dotazione, per svolgere le faccende domestiche, e in molti casi sono stati visti al mercato, proprio con il mezzo di soccorso, per acquistare frutta e verdura. Non solo. Tra le accuse, quella della timbratura multipla dei cartellini. Un solo dipendente passava il badge di tutti mentre gli altri colleghi nemmeno si presentavano a lavoro. In alcuni casi, documentati dagli uomini dalle Fiamme Gialle, durante le ore di servizio i medici, infermieri ed ausiliari dell’ospedale non solo si recavano a fare la spesa, alcuni andavano anche dalla parrucchiera.

Visite fiscali senza vedere il paziente

Non solo. Gli operatori impegnati nelle visite fiscali si limitavano a compilare il referto senza effettuare la visita. In alcuni casi, senza neppure avere alcun contatto con il paziente. In questo modo, il medico fiscale maturava indebitamente anche il diritto alle indennità previste per le visite domiciliari. Come spiega la nota della Guardia di Finanza, “il comportamento di tali medici ha integrato le ipotesi delittuose di truffa aggravata, peculato e falso ideologico”.

Il sistema

Agli occhi dei finanzieri si è aperto uno scenario inquietante, un vero e proprio sistema dove i dipendenti pubblici avevano assunto a stile di vita comportamenti in tutto antigiuridici, costituiti dalla continua falsificazione dell’attestazione circa la propria presenza sul posto di lavoro, a tutto beneficio di impegni personali e familiari svolti in modo indisturbato al di fuori del nosocomio riberese.

Laura Boazzelli

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