Facebook spiava le chat audio degli utenti

Adesso il Gafa è al completo. Dopo Google, Amazon e Apple anche Facebook, svela l’agenzia Bloomberg, faceva ascoltare e trascrivere le chat audio degli utenti che usano i suoi servizi da dei collaboratori a contratto esterni in carne e ossa. Anche in questo caso, il colosso della tecnologia giustifica il proprio operato con la valutazione delle performance dell’Intelligenza artificiale nella trascrizione di file audio. L’azienda di Menlo Park ha confermato l’attività e ha assicurato che è stata interrotta una settimana fa e non sarà più ripresa. Non si è tratta di una violazione della privacy degli utenti perché sarebbe avvenuto solo con chi aveva dato l’ok al servizio, ma Facebook non aveva specificato che venisse impiegato del personale umano. Un altro po’ di pubblicità negativa per Mark Zuckerberg, co-fondatore e Ceo del social network più grande del mondo, dopo la multa da cinque miliardi di dollari per lo scandalo di Cambridge Analytica pagata da aprile.

L’assenso            

A differenza dei rivali che usavano gli speaker, vedi  Amazon con Alexa, o gli assistenti vocali, come  Apple con Siri, per registrare e far ascoltare a dei dipendenti sparsi in tutto il mondo senza averlo reso noto agli utenti, Facebook sostiene di aver usato questa pratica solo con chi acconsentiva a far trascrivere le proprie conversazioni vocali. Lo scopo, quello di monitorare l’efficienza dell’intelligenza artificiale nella trascrizione dei vocali. Come sempre però il diavolo si trova nei dettagli e nei documenti sul trattamento dell’uso dei dati degli utenti di Facebook non si parlerebbe di persone terze che hanno accesso alle conversazioni.

La multa record

La rivelazione di Bloomberg è una smentita quantomeno parziale della dichiarazione fatta davanti al Congresso degli Stati Uniti dal presidente di Facebook durante un’audizione sul comportamento dell’azienda nella vicenda Cambridge Analytica e sulle gestione dei dati degli utenti per far apparire sulle loro bacheche la pubblicità a loro più affine. “Questa teoria della cospirazione che noi ascoltiamo quello che passa per il microfono degli utenti e lo usiamo per la pubblicità. Non lo facciamo”, aveva detto Zuckerberg  rispondendo a un senatore. L’azienda poi è stata multata per 5 miliardi di dollari dalla Federal Trade Commission per violazione della privacy, la sanzione più alta per un’azienda del settore.