L’udienza di Patrick George Zaki convocata, in anticipo, per oggi è stata rinviata a domani, domenica 6 dicembre. Lo scrive su Twitter Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, citando notizie apprese dalla Ong egiziana Egyptian Iniative for Personal Rights (Eipr).
La notizia dell’anticipo dell’udienza era arrivata ieri, poche ore dopo la scarcerazione dei tre dirigenti dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani Eipr. Era stata la stessa ong a segnalare a sorpresa ieri che l’udienza sulla custodia cautelare in carcere dello studente egiziano dell’università di Bologna – arrestato quasi dieci mesi fa a Il Cairo – si sarebbe tenuta oggi e non a gennaio. Questa mattina il rinvio, di sole 24 ore, che fa ben sperare sulle sorti dello studente dell‘Università Alma Mater di Bologna.
Intanto stamattina i diplomatici di Italia, Germania e Olanda si sono recati di fronte al tribunale del Cairo – luogo della sentenza riviata a domani, domenica 6 dicembre – e hanno incontrato attivisti e avvocati di Zaki. Lo scrive Ansa.
Gli attivisti hanno ringraziato i diplomatici per la presenza e hanno chiesto loro di proseguire nel loro sostegno, si è appreso inoltre nei pressi del tribunale dove Patrick non è stato portato, restando nel contiguo complesso carcerario di Tora alla periferia sud del Cairo.
Gasser Abdel Razek, direttore esecutivo di Eipr, l’ong egiziana per cui era attivo Patrick Zaki, ha detto in un’intervista di essere stato scarcerato assieme a due suoi colleghi grazie alla “campagna di solidarietà internazionale”. La scarcerazione è avvenuta giovedì 3 dicembre.
“Siamo stati liberati perché la campagna di solidarietà nei nostri confronti è stata molto grande all’interno e all’esterno dell’Egitto”, ha detto Abdel Razek al canale arabo della Bbc riferendosi anche al direttore per la Giustizia penale dell’ong, Karim Ennarah, e al responsabile amministrativo Mohamed Basheer arrestati nell’arco di cinque giorni a metà del mese scorso.
Circa le condizioni delle sue due settimane di detenzione, l’attivista ha riferito che “i primi giorni sono stati un po’ duri” in quanto “non avevo abbastanza vestiti pesanti” e la “piccola” cella aveva un “letto di ferro senza materasso” che lui aveva rimpiazzato con una delle sole due coperte a disposizione.
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