Attualità

Save the Children: 1 vittima di tratta su 4 in Europa è minorenne

Una vittima su quattro (il 25%) di tratta degli esseri umani in Europa è minorenne. E’ quanto emerge dal rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2022“, diffuso oggi da Save the Children in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che ricorre il prossimo 30 luglio.

Il rapporto di Save The Children che denuncia un aumento delle giovani ivoriane tra le vittime ad alto rischio nel nostro Paese e il fenomeno crescente dello sfruttamento sessuale indoor e online.

In Italia i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta sono stati 1.911 (con 706 nuove prese in carico nel corso dell’anno), in gran parte di sesso femminile (75,6%), mentre i minori rappresentavano il 3,3% del totale. Tra le vittime assistite, la forma di sfruttamento prevalente è quella sessuale (48,9%), seguita dallo sfruttamento lavorativo (18,8%).

I paesi di origine delle schiave: in testa sempre la Nigeria

Tra i paesi di origine delle vittime prevale la Nigeria (65,6%), seguita da Pakistan (4,5%), Marocco (2,6%), e, tra gli altri, da Gambia (2,5%) e Costa d’Avorio (2,3%), che, sebbene ancora in numeri percentualmente ridotti, si segnala per un trend in crescita negli ultimi anni. Sono infatti di origine ivoriana il 4,6% delle 130 donne e ragazze con figli minori (161) che risultano assistite dal sistema anti-tratta italiano all’8 giugno 2022. Si tratta di giovani donne due volte vittime dello sfruttamento, per gli abusi e spesso i ricatti estremi che fanno leva sulla loro condizione di madri particolarmente vulnerabili.

Minorenni schiavizzati

La fascia di età prevalente (45,4%) ha tra i 18 e i 25 anni, ma c’è anche chi ne ha meno di 17. In Europa ben un quarto dei soli 14.000 casi identificati riguardano vittime minorenni, intrappolate in gran parte nello sfruttamento della prostituzione (64%).

Secondo il report, il traffico di esseri umani in Europa genera in un anno 29,4 miliardi di euro di profitti. Le nuove armi degli sfruttatori per reclutare potenziali vittime passano per le chat online, i social media, le agenzie di collocamento online, i siti web di assistenza all’immigrazione contraffatti, i forum sul dark web e il pagamento dei servizi tramite criptovalute.

Milena Castigli

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