Attualità

Angelus, il Papa: “Al centro di una fede immatura non c’è Dio ma i nostri bisogni”

“La folla sta andando a cercare Gesù”. E’ la scena che ci presenta il Vangelo odierno ma che si pone in modo tale da rendere necessario un interrogativo. Come ricorda anche Papa Francesco nell’Angelus domenicale, “non basta cercare Dio, bisogna anche chiedersi il motivo per cui lo si cerca“. E non è un quesito secondario ma un faccia a faccia con i fondamenti della nostra fede. “La gente, infatti, aveva assistito al prodigio della moltiplicazione dei pani, ma non aveva colto il significato di quel gesto”. Per questo occorre porci una prima domanda: “Perché cerchiamo il Signore? Perché cerco io il Signore? Quali sono le motivazioni della mia fede, della nostra fede?”.

Gli interrogativi della vera fede

Si tratta di un discernimento con noi stessi. Nella nostra vita, infatti, esiste una tentazione idolatrica che “ci spinge a cercare Dio a nostro uso e consumo, per risolvere i problemi, per avere grazie a Lui quello che da soli non riusciamo a ottenere, per interesse”. Si tratta di una fede superficiale, miracolistica: “Al centro di questa fede immatura non c’è Dio, ci sono i nostri bisogni… Il Signore, che agisce ben oltre le nostre attese, desidera vivere con noi anzitutto una relazione d’amore. E l’amore vero è disinteressato, è gratuito”. Da qui il secondo interrogativo, lo stesso che si pone quella folla: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”.

La società degli interessi non genera vita

E’ Gesù stesso che indica la strada: “Risponde che l’opera di Dio è accogliere Colui che il Padre ha mandato, cioè accogliere Lui stesso, Gesù. Non è aggiungere pratiche religiose o osservare speciali precetti; è accogliere Gesù, è accoglierlo nella vita, è vivere una storia d’amore con Gesù”. Sarà lui a “purificare la nostra fede”. Una società che mette gli interessi al centro, anziché le persone, “è una società che non genera vita. L’invito del Vangelo è questo: piuttosto che essere preoccupati soltanto del pane materiale che ci sfama, accogliamo Gesù come il pane della vita e, a partire dalla nostra amicizia con Lui, impariamo ad amarci tra di noi. Con gratuità e senza calcoli”.

Damiano Mattana

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