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“Night to shine”, una notte diversa per brillare

Cercare i numeri sulle vecchie agende per chiamare tutte le persone che si conoscono, coinvolgere amici e parenti, trovare il vestito più bello che si possa indossare e sfoggiare il miglior trucco e l’acconciatura più sfavillante che uno abbia mai avuto. Ci sono occasioni speciali nella vita in cui ci è concesso cedere a qualche vanità perché è giusto celebrare la bellezza, la gioia e l’amore per la vita che rendono speciale ogni ragazzo e ragazza sulla faccia di questa terra. Insomma tutti hanno diritto ad una “Night to Shine”, una notte per brillare appunto quella che vedrà per protagonisti in un’esperienza di ballo indimenticabile centinaia di giovani con bisogni speciali e i loro accompagnatori. L’evento si terrà la sera di martedì 4 febbraio presso l’Università Europea di Roma, ed è organizzato dalla Fondazione statunitense Tim Tebow, con il patrocinio della Pontificia Accademia per la Vita. L'evento è sostenuto anche dall'associazione Pro Vita & Famiglia

Leila e il suo sogno

Il conto alla rovescia è partito per tante ragazze che non vedono l’ora di calcare la pista da ballo. Un’emozione che In Terris ha voluto immortalare dando voce a Leila, ragazza diversamente abile romana di 25 anni. “Non vedo l’ora che arrivi questa serata”, racconta Lelia, “ho già ballato qualche volta ma non ho un partner per Night to Shine”. Il tono di voce di questa solare ragazza down tradisce un’irresistibile voglia di spensieratezza e divertimento, sembra quasi di rivivere quei film americani dove la storia culmina al ballo di fine anno della scuola. “Ringrazio con tutto cuore gli organizzatori”, prosegue Lelia che ha già tolto l’abito da sera dall’armadio: “Il vestito è pronto un po’ scollato, l’ho portato quando ho compiuto 18 anni”. Leila vuole realizzare questo sogno ad ogni costo e che la serata riesca in maniera perfetta per questo ha deciso di essere anche uno dei motori dell’iniziativa e di coinvolgere la sua famiglia nell’organizzazione.  “Ci saranno tanti ragazzi che ho invitato personalmente, saremo tantissimi, per noi è un’opportunità e poi a me queste serate fanno impazzire, peccato che non le facciano più spesso”. Leila è tifosissima della Roma, ama praticare diversi sport, ha un lavoro part time nei servizi di base al Campus Biomedico sulla Laurentina e aiuta la madre nella faccende domestiche. Una vita intesa che non le impedisce di apprezzare le cose più semplici ed autentiche: “L’importante è stare con gli amici, mi piace stare in compagnia, chiacchierare con gli altri, per questo le feste sono fondamentali”. “Mi farò super bella – prosegue con orgoglio – andrò dal parrucchiere e magari mi farò anche qualche mesh ai capelli, mi piace cambiare look e sentirmi speciale per una serata. Voglio fare bella figura, ci saranno persone che non conosco e farò qualche nuova amicizia”.

L'evento

La festa prevede che ogni ragazzo possa invitare un solo accompagnatore, eppure Lelia è riuscita coinvolgere tutta la famiglia nell’organizzazione della serata, persino la ragazza del fratello sarà impegnata come truccatrice della ragazze. “Lelia è contentissima, ha vissuto tutta la preparazione, ci tiene da morire” racconta mamma Carmen, “Lelia mi ha dato una mano enorme, ha cercato sul computer i vecchi contatti del basket e del nuoto”. “I ragazzi come mia figlia – sottolinea – non hanno spesso feste organizzate per loro, infatti le altre mamme che ho sentito mi dicono che i loro figli sono tutti entusiasti, mi continuano a chiamare e si raccomandano di far sapere loro se ci saranno altri eventi di questo tipo”. Tutto è pronto per la festa ma c’è già chi non sta più nella pelle. “Sono tutti gasatissimi”, spiega ancora Carmen, “addirittura c’è chi mi ha chiamato per chiedermi se poteva indossare uno smoking, parliamoci chiaro qualsiasi persona sarebbe felice di partecipare ad una festa così”. Il numero limite di iscritti alla serata è stato raggiunto, ci fa sapere Carmen che chiude la conversazione con una certezza: “Sarà una festa spettacolare, rimarrà nel cuore di tutti noi, d’altra parte gli americani sono in grado di lavorare sulle emozioni”. E intanto il mio pensiero vola alla serata del 4, immagino le luci, la pista e i ragazzi che muovono sulle note delle hit più ballate e per un attimo mi vengono in mente le parole di Max Gazzè: “Quello che la musica può fare…non ci si può lamentare”.

Marco Guerra

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