Una vicenda che fa venire i brividi. Una coppia è stata narcotizzata e poi la donna è stata abusata. A compiere il terribile gesto un uomo già conosciuto dalla legge. Non lo ha fermato neanche il fatto che con i due ci fosse anche la figlia di pochi mesi.
A finire in manette è un agente immobiliare che ha il suo studio in via Montenapoleone a Milano. Era già stato condannato nel 2009 a Monza per violenza sessuale con lo stesso schema su una donna, era stato poi riabilitato dal Tribunale dopo aver scontato la pena e aver seguito un percorso rieducativo. Altre due presunte vittime dell’uomo, intanto, hanno già preso contatti con gli inquirenti e potrebbero essercene altre ancora.
Interrogato dal gip di Milano Stefania Pepe, davanti all’aggiunto Letizia Mannella e al pm Alessia Menegazzo, titolari dell’inchiesta condotta dai carabinieri, l’uomo ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere di fronte all’accusa. Stando a quanto ricostruito finora, l’uomo avrebbe tenuto sotto sequestro la famiglia (nella loro casa, dove ha commesso le violenze, c’era pure una bimba di pochi mesi) per “8 ore”. Gli abusi commessi, dopo aver reso incosciente la coppia con un farmaco a base di benzodiazepine messo in un drink, sono stati anche ripresi, a quanto si è saputo, da telecamere di sorveglianza collocate nell’appartamento, dove i due avevano invitato l’uomo per la vendita del box. Già altre due donne si sono fatte avanti per raccontare abusi che avrebbero subito con le stesse modalità, ma investigatori e inquirenti ritengono che anche altre vittime potrebbero aver subito violenze con lo stesso “schema”.
l giudice, accogliendo la richiesta di custodia in carcere dell’aggiunto Mannella e del pm Menegazzo nell’inchiesta condotta dai carabinieri, ha spiegato che l’uomo, sospetto violentatore seriale e già condannato nel 2009, è “titolare dell’impresa individuale” con un ufficio in via Montenapoleone a Milano, ha un’ampia rete di contatti con clienti, donne in particolare, e “nella sua disponibilità” ha “molteplici appartamenti e locali dove poter condurre con l’inganno le proprie vittime e qui narcotizzarle e abusare di loro”. Al termine delle oltre 50 pagine di ordinanza il gip, dopo aver ricostruito dettagliatamente gli abusi nei confronti della famiglia, fa riferimento alla “elevata capacità criminale” dell’uomo e chiarisce che “nessun effetto deterrente ha evidentemente esercitato” su di lui nemmeno “la pregressa condanna per analoghi” fatti.
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