La 'ndrangheta è sempre più digitale. A confermarlo sono i dati forniti nella conferenza stampa sul progetto I-Can (Interpol Against 'Ndrangheta), tenutosi quest'oggi a Reggio Calabria e che rivelano il lato 3.0 della criminalità organizzata. La scelta della città calabrese è indicativa di una provenienza della mafia, ma la mafia ha superato da tempo i confini regionali sconfinando in utto il mondo. Stando al rapporto, la 'ndrangheta è presente in 32 Paesi di quattro continenti, opera in 17 Stati europei, ed è il principale broker del mercato mondiale degli stupefacenti, una vera e propria holding che conserva memoria dei suoi riti arcaici, ma è al passo con la digitalizzazione e i nuovi sistemi di trasferimento del denaro, come i bitcoin. Il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, ha dichiarato: “All'estero mi hanno chiesto se la 'ndrangheta è un fenomeno folcloristico italiano […]. Ho spiegato che la 'ndrangheta è una minaccia globale“.
Un profilo della 'ndrangheta nell'era digitale è stato tracciato di recente da Nicola Gratteri, magistrato da trent'anni in prima fila nella lotta alla mafia calabrese, che ha indagato sulla strage di Duisburg, insieme al prof. Antonio Nicaso, docente universitario e analista trentennale di quella che ha definito “'ndrangheta 2.0”. Le caratteristiche della criminalità organizzata nell'era digitale è, innanzitutto, il basso profilo e la rete che si propaga anche sui “social network”. La domanda mondiale favorita dalla globalizzazione ha, infatti, permesso alla mafia di innestarsi all'interno di uni spazio digitale caratterizzato da corruzione e infiltrazione, legami con il narcotraffico e uso di criptovalute. Per elevare i margini di profitto, infatti, la criminalità organizzata ha preferito ramificarsi altrove, persino in altri paesi dove – scrivono gli autori – è “alta la domanda di mafia”. Insomma, se prima la mafia era riscontrabile da caratteri peculiari, oggi la fluidità globale ne rende più difficile l'identificazione. Per questo, occorre conoscere le modalità di azione e freno per arginare tempestivamente un' “epidemia criminale” a lungo sconosciuta.
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