La risonanza del nuovo decreto si fa subito sentire: i metalmeccanici lombardi hanno annunciato lo sciopero. L’azione, d’altronde, era prevedibile: era stata la stessa categoria che, a una settimana dalla firma del protocollo fra il Governo e le parti sociali per definire le misure di contenimento del contagio da Covid-19 nei luoghi di lavoro, aveva chiesto una stretta ulteriore. Oggi lo sciopero prospettato.
Non è stato proprio un respiro di sollievo, ma il bilancio grave della pandemia di Covid-19 in Italia ieri ha avuto un leggero calo: 3.957 positivi in più rispetto al giorno precedente, ma 651 morti, che sono 142 decessi in meno. Diminuiscono i casi al Nord, ma si aggrava il contesto epidemiologico di Toscana, Marche e Lazio. In questo scenario, entra in vigore il decreto firmato a tarda sera dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L’ennesima misura, che dal 23 febbraio cambia gli scenari sociali, economici e culturali di un Paese che nella lotta al “misterioso virus” sembra dimenarsi tra il bollettino medico e il dibattito politico. Con la settimana, infatti, s’inaspriscono le tensioni con i sindacati: avevano chiusura di tutti i settori produttivi per ridurre al minimo l’impatto del contagio sugli operai e lavoratori, salvo poi vedersi quel tutti trasformato in alcuni. L’elenco delle aziende che potranno continuare l’attività produttiva è lungo: si va dal tessile – abbigliamento escluso – alla chimica. Per Confindustria, le filiere della produzione sono lunghissime e sarebbe troppo radicale chiudere un’azienda senza considerare in toto l’asset strategico-industriale del Paese.
Alcune aziende – fiore all’occhiello del Belpaese – hanno deciso di fermare la loro produzione: si tratta del gruppo Luxottica, Sogefi, mentre Pirelli ha sospeso l’attività nelle fabbriche di Bollate e Settimo Torinese. Ma l’ultimo decreto garantisce i servizi essenziali:
I primi ad essere delusi dal nuovo decreto sono i sindacati. A fronte dell’incontro tenutosi sabato con i vertici di Palazzo Chigi e gli “aggiornamenti” forniti dal premier Conte via Facebook, Cisl, Cgil e Uil lamentano la “discrepanza” fra l’annuncio del premier e l’esito del documento. Le sigle sindacali si dicono pronte allo sciopero generale per difendere la salute dei lavoratori. Dal canto suo, il Governo alza le mani: “Ci basiamo sul confronto quotidiano che abbiamo con il comitato tecnico scientifico e con l’Istituto superiore di sanità” – dichiara dalle colonne di Repubblica il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. E a chi accusa Palazzo Chigi di aver “ceduto alle pressioni di Confindustria“, Patuanelli risponde con un secco: “No. Anche perché c’è un grandissimo senso di responsabilità di tutti i settori produttivi e dei singoli imprenditori” aggiunge.
Mentre il decreto si gioca sul braccio di ferro tra Governo, Confindustria e sindacati, sul tavolo c’è anche il Sud: il documento, infatti, prevede il divieto di movimenti, sia pubblici che privati, su tutto il territorio nazionale, salvo che per “comprovate esigenze lavorative” o ragioni di “assoluta urgenza” o di “salute”. Il Governo ascolta i governatori del Sud, Vito Bardi (Basilicata) e Vincenzo De Luca (Campania) in prima linea. Ma stamane su Facebook il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ha lanciato un monito a Conte: “Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello“. Il governatore fa riferimento ad alcune segnalazioni sull’arrivo di “persone non autorizzate”. “Pretendo che quell’ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza” ha ribadito Musumeci.
Dalla fine di febbraio a oggi, sono 5 i decreti legge di Palazzo Chigi per far fronte all’emergenza del coronavirus:
La domenica del pallone ci regala lo splendido spettacolo di una Milano (nerazzurra) in festa.…
Con l'obiettivo di "disturbare il soggiorno dei rappresentanti", una folta schiera di attivisti climatici ha…
Grande festa a Milano per l'Inter di Simone Inzaghi che, dopo il 2-0 rifilato al…
Rafah potrebbe essere risparmiata dall'operazione militare di Israele. A rivelarlo sono proprio fonti israeliane, secondo…
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha deciso di scendere in campo per le prossime…
Luigi Maria Grignion era nato il 31 gennaio del 1673 a Montfort-la Cane, un comune…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni