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Doping, il Tas stanga Sun Yang: 8 anni di squalifica

E'una vera e propria stangata quella che il Tribunale arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna ha inflitto al nuotatore cinese Sun Yang, campione olimpico in carica nei 200 metri stile libero e in attesa di partecipare ai venturi Giochi di Tokyo 2020: il 28enne ha infatti ricevuto una condanna a 8 anni di squalifica, in quanto reo di aver provocato in maniera indiretta la distruzione una provetta relativa a un controllo antidoping nel 2018. Secondo la Corte di Arbitrato dello Sport, il tre volte oro olimpico si sarebbe rifiutato di collaborare con gli addetti ai controlli, attribuendo a una guardia di sicurezza, che sarebbe stata istruita da sua madre, la distruzione della fiala con il suo sangue con un colpo di martello, portandone in aula le prove in un'udienza di novembre. In tal modo, il nuotatore avrebbe impedito la valutazione delle analisi per riscontrare l'eventuale presenza di sostanze dopanti. Inizialmente non sanzionato dalla Fina (e con la Federazione cinese che, per un precedente caso, lo aveva sospeso per soli tre mesi), la Wada aveva fatto ricorso, oggi accettato dal Tas. Una decisione che arriva all'indomani della piena assoluzione concessa all'ex campione mondiale Filippo Magnini, risultato estraneo alle vicende di cui era stato accusato.

La vicenda

L'audizione di novembre, svolta pubblicamente e durata 10 ore, era stata tramsessa sul sito web del Tas, in un clima estremamente teso per via delle numerose difficoltà riscontrate nella traduzione tra cinese e inglese. Inoltre, lo stesso Sun Yang si sarebbe rifiutato di inviare un campione delle sue urine, alimentando peraltro i sospetti di altri atleti che, già in passato, lo avevano accusato di doping. Una situazione che non aveva mancato di scatenare contestazioni clamorose, come quella dell'australiano Mack Horton che, ai mondiali di Gwangju del luglio 2019, aveva rifiutato di salire sul podio al fianco del cinese, arrivato primo nei 400 metri stile davanti a lui e all'azzurro Gabriele Detti. Una scena surreale, con Horton che rifiutò categoricamente non solo di salire sul secondo gradino ma anche di guardare in faccia il rivale, già all'epoca sospettato della distruzione della provetta. Lo stesso avrebbe fatto, un paio di giorni dopo, il britannico Duncan Scott, terzo nei 200 stile e, come Horton, categorico nel non voler condividere il podio con Sun Yang (di nuovo vincitore) e nel non concedergli né la stretta di mano né la foto di gruppo. In quell'occasione, però, il cinese si dimostrò parecchio contrariato, arrivando a un alterco in diretta con il britannico che rimase però impassibile e del tutto indifferente.

DM

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