“Abbiamo espulso 30 diplomatici russi per motivi di sicurezza nazionale”. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, oggi in visita a Berlino per organizzare il sostegno alla Moldavia che ospita migliaia di rifugiati ucraini.
“Questa misura, presa in accordo con altri partner europei e atlantici, si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale e al contesto della situazione attuale di crisi, conseguente all’ingiustificata aggressione da parte della Federazione russa all’Ucraina”, ha aggiunto Di Maio.
Di Maio: “Persone non gradite”
“Il Segretario Generale del ministero degli Affari Esteri, Ambasciatore Ettore Sequi, ha convocato questa mattina alla Farnesina, su mia istruzione, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, per notificargli la decisione del Governo italiano di espellere 30 diplomatici russi in servizio presso l’Ambasciata in quanto ‘personae non gratae‘”, ha detto Di Maio usando la locuzione latina per dire traducibile in “persone non gradite”.
Italia Paese garante, nessun rischio
Il ministro ha inoltre spiegato che “il fatto che l’Italia sia fra i Paesi garanti per l’Ucraina non espone ad alcun rischio. “Essere fra i Paesi garanti significa far parte di un percorso di azione diplomatica, che porta all’obiettivo di un accordo di pace, che guardi a tutti gli aspetti contesi in questo momento. Ovviamente si parte dalla volontà del popolo e delle istituzioni ucraine, perché abbiamo sempre lavorato per tutelare l’integrità e la sovranità dell’Ucraina”, ha poi aggiunto Di Maio, a margine della conferenza a Berlino.
“Non saranno delle minacce a fermare la nostra azione per la pace. La nostra azione per la pace continua, il nostro obiettivo è raggiungere una pace a questa guerra in Ucraina, una guerra voluta e scatenata da Putin, che dobbiamo fermare con tutte le nostre forze, partendo dal cessate il fuoco e arrivando a un accordo”, ha concluso Di Maio.
La replica di Mosca
La Russia risponderà all’espulsione dei 30 diplomatici da parte dell’Italia, sulla base del principio di reciprocità: lo ha annunciato oggi il ministero degli Esteri russo, citato dalla Ria Novosti.