La Fondazione Gimbe, dopo aver svolto un’analisi indipendente dei dati sulla spesa sanitaria contenuti nel Def, ha sancito che, quest’ultimo, certifica un rapporto spesa sanitaria/Pil del 6,3% nel 2023 rispetto al 6,7% dell’anno precedente.
Una diminuzione di oltre 3,6 miliardi nel 2023 rispetto all’anno precedente, seguita da un aumento di 7,6 miliardi nel 2024, che però “è solo ‘illusorio, in quanto è in gran parte dovuto al fatto che non è stato perfezionato il rinnovo dei contratti dei dirigenti e dei contrattisti per il triennio 2019-2021, i cui costi non sono stati registrati nel 2023 e sono stati rinviati al 2024”.
È la Fondazione Gimbe, con il suo presidente Nino Cartabellotta, a svolgere un’analisi indipendente dei dati sulla spesa sanitaria contenuti nel Documento di economia e finanza 2024, che, oltre al bilancio consuntivo 2023, comprende anche le stime per il 2024 e per il triennio 2025-2027. “Rispetto alle previsioni di spesa sanitaria fino al 2027 – afferma Cartabellotta – il Def 2024 attesta la mancanza di un cambio di rotta e ignora il pessimo ‘stato di salute’ del Servizio sanitario nazionale (Ssn), i cui principi fondamentali di universalità, equità e giustizia sono stati traditi, con conseguenze sulla vita delle persone, soprattutto delle fasce socioeconomiche più deboli e delle popolazioni del Mezzogiorno. Dai lunghissimi tempi di attesa all’inaccettabile sovraffollamento dei pronto soccorso; dalle disuguaglianze regionali e locali nell’erogazione dei servizi sanitari alla migrazione della sanità dal Sud al Nord; dall’aumento della spesa privata all’impoverimento delle famiglie fino alla rinuncia alle cure”.
Se il Def certifica un rapporto spesa sanitaria/Pil del 6,3% nel 2023 (rispetto al 6,7% del 2022) e una spesa sanitaria di 131 miliardi in termini assoluti (oltre 3,6 miliardi in meno rispetto al 2022), nel 2024 il rapporto spesa sanitaria/Pil sale al 6,4% nel 2024 rispetto al 6,3% del 2023; in termini assoluti si prevede una spesa sanitaria di oltre 138,7 miliardi, cioè 7,6 miliardi in più rispetto al 2023 (+5,8%). Un dato, quest’ultimo, che però, nota Cartabellotta, è solo ‘illusorio’.
Fonte: Ansa
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