La Procura di Verona ha iscritto sette persone nel registro degli indagati, con le ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime in ambito sanitario, nell’inchiesta sull’infezione da Citrobacter all’Ospedale della mamma e del bambino, dove 89 neonati sarebbero stati uccisi o danneggiati dall’infezione. Si sono ammalati nel posto in cui avrebbero dovuto essere maggiormente al sicuro: mentre erano ricoverati nelle terapie intensive del più grande punto nascite del Veneto, quello veronese di Borgo Trento.
Si tratta – riporta il “Corriere di Verona” – degli ex vertici e dei medici della struttura ospedaliera, a partire dall’allora direttore generale Francesco Cobello, attuale direttore della Fondazione Scuola Sanità Pubblica. Sotto inchiesta anche la dottoressa Chiara Bovo, all’epoca direttore sanitario e ora alla direzione della funzione ospedaliera presso il nosocomio di Schiavonia (Padova); il direttore medico della struttura Giovanna Ghirlanda; il primario di Pediatria Paolo Biban. Indagati anche la professoressa Evelina Tacconelli, alla direzione di Malattie Infettive e sempre in prima linea nella lotta all’emergenza Covid; la dottoressa Giuliana Lo Cascio, primario facente funzioni dell’unità operativa di Microbiologia e virologia (ora in servizio a Piacenza); il dottor Stefano Tardivo, risk manager della struttura.
Nella relazione della commissione di esperti nominata dalla Regione Veneto si legge che, partire dal 2018 presso l’Ospedale Donna e Bambino di Borgo Trento, “si è verificato un focolaio epidemico che ha coinvolto 89 neonati“.
Ma solo quando dilagarono i contagi e scoppiò lo scandalo, due anni dopo, si intervenne d’urgenza con un provvedimento senza precedenti, la chiusura del punto nascite a partire dal 12 giugno 2020.
Il batterio venne localizzato nei rubinetti. “La sanificazione effettuata durante questi mesi di stop forzato ha portato l’Ospedale della Donna e del Bambino a un livello tecnico e igienico di grande eccellenza” annunciarono tre mesi dopo i vertici, alla ripartenza del punto nascite di Borgo Trento.
Quello stesso “livello di tecnico e igienico di eccellenza” secondo la Procura non c’era in precedenza, quando si sono ammalati tanti piccoli colpiti da una devastante infezione al cervello, quel batterio di nome Citrobacter che nei neonati può provocare encefaliti, meningiti, addirittura la morte.
Dalla fine del 2018, stando agli inquirenti, 4 bimbi sono stati stroncati dal Citrobacter nel punto di nascite di Borgo Trento; decine quelli che lo hanno contratto senza esiti mortali ma comunque gravi: almeno 9 sono rimasti cerebrolesi, mentre un’altra piccola non potrà mai camminare.
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