L’Ucraina entra nella terza settimana di guerra con la capitale Kiev sotto coprifuoco, Mariupol attaccata dal mare e le navi russe che bombardano le coste a sud di Odessa. Durante i bombardamenti della notte sono stati colpiti sia edifici residenziali a Kiev, si a Zaporizhia, riportano i media ucraini. Il Presidente Zelensky rinuncia alla Nato. “Non possiamo entrare”, ha detto ieri pomeriggio, “e mi è stato detto che le posizioni nei negoziati [ieri il quinto round, ndr] sembrano più realistiche”.
Le navi russe presenti nel mar Nero hanno iniziato a bombardare le coste vicino alla città di Odessa, la terza più grande dell’Ucraina e principale porto del Paese scrive TgCom24. Sono stati lanciati razzi e sono stati sparati colpi di artiglieria. Per il momento non sono stati segnalati tentativi di sbarco di truppe. Oggetto dei colpi sono postazioni delle forze armate ucraine e infrastrutture militari a sud della città, nella zona di Belgorod-Dnestrovsky. La notizia è riportata sui social da Anton Gerashchenko, consigliere del ministro degli Affari Interni dell’Ucraina.
“Circa un’ora fa – si legge nel twitter – gli invasori russi, dalle navi, hanno iniziato a bombardare con razzi e artiglieria la costa ucraina nella regione di Odessa vicino al villaggio di Tuzla. Hanno sparato un’enorme quantità di munizioni da una lunga distanza. Hanno sondato. Non ci sono stati tentativi di sbarcare truppe”.
“Odessa, la terza città più grande dell’Ucraina – atmosfera spettrale al centro – qui si aspettano un attacco russo dal mare e dalla terraferma nelle prime ore del mattino”, ha scritto ieri sera la giornalista tedesca Katrin Eigendorf in un tweet.
Mariupol, da giorni sotto assedio da parte delle forze russe, è stata attaccata anche dal mare di Azov. Lo riferisce Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco della cittadina ucraina, precisando che gli attacchi delle navi da guerra vanno ad aggiungersi ai raid aerei. “I primi missili – spiega – sono stati lanciati da una nave vicino a Bilosaraiska Kosa, verso la città”. L’ospedale regionale di Mariupol, inoltre, è sempre occupato dalle forze russe “che costringono i medici a curare i loro feriti”.
“Gli incontri continuano. Mi è stato detto che le posizioni nei negoziati sembrano più realistiche. Tuttavia, è necessario ancora più tempo affinché le decisioni siano nell’interesse dell’Ucraina”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, nel suo ultimo discorso notturno alla Nazione, poco prima delle 2 del mattino ora locale, facendo il punto sui negoziati tra Kiev e Mosca.
Ieri pomeriggio, mentre si svolgeva il quinto round di negoziati tra russi e ucraini, il presidente ucraino si è video-collegato da Kiev con i leader dei paesi nordici e baltici della Joint Expeditionary Force (JEF) radunati oggi a Londra dal premier britannico Boris Johnson. Il Jef, il corpo di spedizione militare guidato dal Regno Unito, è composto da Danimarca, Finlandia, Estonia, Islanda, Lettonia, Lituania, Olanda, Svezia e Norvegia.
“Abbiamo capito che l’Ucraina non diventerà un membro della Nato. Dopo anni dobbiamo riconoscere che non ci sono porte aperte”, ha detto il presidente Zelensky nel suo discorso online alla Joint Expeditionary Force di Londra. “L’Ucraina si rende conto che non è nella Nato. Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo”, ha concluso il presidente ucraino.
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