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Una nana bianca intorno a un buco nero: è la “danza spaziale” del sistema X9

I ricercatori dell’università canadese dell’Alberta e dell’università del Michigan, guidati dall’astronomo Arash Bahramian, sono riusciti ad osservare il più vicino oggetto mai visto ruotare attorno a un buco nero. Si tratta di una nana bianca, una piccola stella del sistema X9: si muove lungo un’orbita in bilico sul ‘burrone gravitazionale’ del buco nero presente nella sua galassia, sfiorando il “cannibale cosmico” ad ogni suo passaggio e compiendo un giro completo in appena 28 minuti.

Le immagini della speciale “danza” della nana bianca sono state eseguite grazie all’osservazione congiunta di tre telescopi spaziali Nasa: Chandra X-ray Observatory e NuSstar (Nuclear Spectroscopic Telescope Array), e di un radiotelescopio terrestre, l’Australia Telescope Compact Array (Atca). I risultati dello studio internazionale, coordinato dalla University of Alberta e dalla Michigan State University, sono in corso di pubblicazione su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Questa sorgente cosmica era già nota agli scienziati da alcuni anni. Si chiama X9. Fino a un paio di anni fa gli astronomi pensavano fosse un sistema binario, con due stelle che ruotano l’una intorno all’altra: una nana bianca che strappa materiale a una compagna simile al Sole.

Ma le osservazioni più recenti, a partire dal 2015 grazie al radiotelescopio Atca, fanno, invece supporre che si tratti di un buco nero, intento a cannibalizzare una nana bianca. Gli ultimi dati di Chandra e NuStar avvalorano quest’ultima ipotesi, e rivelano che la stella compie un’orbita completa intorno al buco nero che la sta divorando in appena 28 minuti.

Il destino della nana bianca è ancora incerto. “Se dovesse continuare a perdere massa – spiega Craig Heinke, coautore dello studio – potrebbe finire per evaporare completamente”.

il tutto è accompagnato dall’emissione di onde gravitazionali, ma la loro frequenza è troppo bassa perché possano essere rivelate dagli interferometri Ligo, gli stessi che hanno permesso, nel settembre 2015, di ascoltare per la prima volta un’onda gravitazionale.

Occorrerà, quindi, attendere la realizzazione di interferometri più potenti, come quello spaziale Lisa (Laser Interferometer Space Antenna), per potere ascoltare questo sistema anche attraverso il nuovo messaggero cosmico rappresentato dalle increspature dello spazio-tempo.

 

Milena Castigli

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