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“Un giocattolo, una illusione”: la campagna per i bimbi meno fortunati

Un’iniziativa per restituire un sorriso, per dare una speranza, per consentire un’infanzia un tantino più simile a quella dei bambini più fortunati. C’è questo e molto altro dietro la campagna “Un giocattolo, una illusione”, intrapresa da “Radio nacional de España” (RnE) e dalla fondazione, anch’essa iberica, “Crecer jugando”. L’idea di fondo, possibile grazie alla collaborazione con organizzazioni non governative e istituti attivi nei servizi per la tutela dei diritti dei minori nel mondo, è donare lo strumento essenziale con il quale regalare un po’ di felicità a qualsiasi bambino: un giocattolo. A dire la verità, saranno 350 mila quelli che verranno spediti attraverso l’iniziativa in non meno di 13 Paesi, tra Africa, Asia e Sud America. Il tutto in riferimento a quanto riportato chiaramente nell’articolo 31 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia: “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica”. E ancora: “Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali”.

Un hashtag molto semplice quello lanciato per l’iniziativa che, inequivocabilmente, si riaggancia al concetto (altrettanto facile da comprendere) espresso dal suddetto articolo: #DevuelveEl31. Restituire il diritto all’infanzia, al gioco, allo svago creativo: una prerogativa che, proprio in virtù della sua essenzialità, dovrebbe costituire un fondamentale della civiltà umana, in qualunque parte del mondo. Eppure, anche nel XXI secolo, risulta tutt’altro che scontata: in aree del Pianeta interessate da conflitti o vittime di trascorsi storici che, in un modo o nell’altro, ne hanno determinato una decadenza sociale, i diritti dell’infanzia non sono applicati, sono dimenticati, i bambini soffrono e, in molti casi, restano innocenti martiri di odi quotidiani. Scenari che, solo di tanto in tanto, magari grazie a qualche dossier o resoconto delle stesse organizzazioni che spendono le proprie forze nella tutela dei minori, arrivano agli occhi e alle orecchie della comunità internazionale.

Ecco perché, un’iniziativa come la spedizione di giocattoli, può costituire un importante argomento sul quale riflettere, per cercare, ripartendo dal più elementare fra i diritti dei bambini, di garantire quel rispetto per le generazioni future che, in molti casi, sembra esser stato dimenticato. Assieme agli oggetti ludici (bambole, palloni, camion), verso Paesi come El Salvador, Nicaragua, Perù, Ecuador, Guatemala, Paraguay, Panama, Honduras, Algeria, Benin, Marocco, Burkina Faso e Giordania partiranno anche materiali didattici, strumenti musicali e tutto l’occorrente che possa contribuire a rendere più serena l’infanzia dei meno fortunati. Dal 2000 a oggi (ossia dalla data della sua istituzione) la campagna “Un giocattolo, una illusione” ha permesso la consegna di quasi 7 milioni di giocattoli. E, senza dubbio, il dono di altrettanti sorrisi.

Mattia Damiani

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