Il suo nome è Monique e si tratta di una mamma che, mossa dalla disperazione e dall’amore per sua figlia si è spinta fino a Raqa – il cuore dello Stato Islamico – per salvare sua figlia Sterlina. La ragazza, 19 anni, era partita da Maastricht per sposare un mujaheddin. Le due donne ora sono rientrate in Olanda e stanno bene. A raccontare la storia sono i media olandesi, secondo i quali la giovane Aisha – il nome arabo che la giovane aveva adottato – era partita per la Siria per sposare uno dei 130 jihadisti partiti dall’Olanda per entrare nelle file dell’Isis.
A quanto sembra lo avrebbe visto in televisione e poi contattato su internet per accordarsi, ma qualcosa non è andato per il verso giusto e i due non si erano sposati. A questo punto –forse perché in pericolo – la giovane ha contatto la madre che, la scorsa settimana, si è recata in Siria ed è riuscita ad incontrare la figlia a Raqa e poi passando prima per Turchia le due sono riuscite a tornare nel loro paese di origine. Ora Sterlina dovrà comparire davanti ai giudici per rispondere all’accusa di “minaccia alla sicurezza dello Stato”.
Non sono stati resi pubblici molti dettagli, anzi c’è chi dalla procura pensa che la storia non sia vera. Roger Bos, rappresentate degli uffici giudiziari, durante un’intervista ad un’emittente televisiva olandese ha dichiarato che la signora Monique “non ha mai messo piede in Siria”. La procura sta ora indagando sui reali tragitti effettuati sia dalla madre che dalla figlia. intanto il servizio di Intelligence dell’Aja ha comunicato che dei 130 olandesi partiti per unirsi all’Isis 30 sono tornati nel loro paese, mentre 14 di loro sono deceduti.
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