Finalmente gli amanti della cucina tradizionale romana potranno tornare a gustare la “vera” pajata. Per effetto delle restrizioni sanitarie adottate nel luglio del 2001, era infatti scomparsa dalle tavole del comune capitolino, per far fronte all’emergenza mucca pazza. Nella black list del comitato permanete vegetali, animali derrate alimentari e mangimi dell’Unione Europea era finita, oltre alla fiorentina, anche la pajata. Ma per non rinunciare alla classica ricetta romana la prima parte dell’intestino tenue del vitello da latte, fino ad oggi, è stato sostituito da quello di agnello.
Ma nella serata di ieri l’Unione Europea ha votato a favore delle modifiche del regolamento comunitario 999/2001 sulle misure di prevenzione e controllo della Bse, quindi grazie a questo provvedimento la “vera pajata”, che da circa 14 anni non compare sulle tavole degli italiani, potrà tornare per tutti gli amanti di questa specialità. La pajata è l’ingrediente principale dei rigatoni con la pajata, ma in alternativa può essere proposta alla brace, in forma di spiedino.
La Bse o anche detta morbo della mucca pazza, è stata diagnosticata per la prima volta tra i bovini del Regno Unito nel 1986. Da allora si sono registrati 180.671 casi tra i bovini contro gli appena 144 in Italia, dove non ci sono contaminazioni dal 2009.
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