Passi da giganti vengono compiuti ogni giorno nel campo dello sviluppo tecnologico e della robotica. L’ultima novità arriva dai sviluppatori dell’Università di Harvard che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sulla rivista Science. I ricercatori hanno unito robotica e ingegneria dei tessuti, aprendo così la strada alla realizzazione di organi artificiali e nuove protesi.
Il prototipo di robot pesce, vista la sua forma che ricorda quella di una razza, è spinto da un “motore vivente” realizzato con cellule di cuore di topo modificate geneticamente in modo da reagire alla luce. La “razza robot” è così piccola tanto da stare comodamente sulla punta di un dito: è lunga 16 millimetri e pesa appena 10 grammi. Il suo scheletro è fatto di oro e il mantello è composto da un polimero morbido ed elastico ricoperto da 200.000 cellule del cuore di topo.
Le cellule, disposte a serpentina per tutta la lunghezza del robot, consentono alle pinne di battere generando un movimento ad onda. Grazie all’utilizzo di impulsi di luce asimmetrici è possibile far muovere il robot verso destra o sinistra, mentre variando la frequenza delle onde luminose si riesce a variarne la velocità.
Un risultato simile era già stato raggiunto nel 2012 quando, sempre dai laboratori di Harvad, “nacque” una medusa robot che veniva mossa sempre grazie all’ausilio di cellule del cuore di topo, capaci di contrarsi quando venivano immerse in un campo elettrico.
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