PUTIN: “PER LA CRIMEA ERAVAMO PRONTI A UTILIZZARE ARMI NUCLEARI”

Pesanti dichiarazioni di Putin sono state portate alla luce solo oggi. In un’intervista registrata qualche giorno fa, non si sa esattamente quando, alla tv Russia1, ha detto che se qualcuno si fosse opposto militarmente all’annessione russa della Crimea, Mosca sarebbe stata pronta ad usare armi nucleari. Già qualcosa era iniziato ad emergere la scorsa settimana con la pubblicazione del trailer del documentario “Crimea, ritorno alla madrepatria”, in cui il Presidente russo ha raccontato dell’incontro avvenuto di notte per decidere l’annessione della penisola.

Ma l’intervista ripresa oggi dai media internazionali, alla vigilia del primo anniversario del referendum con cui la penisola sul Mar Nero decise di tornare a far parte della Russia, contiene ulteriori dettagli sui giorni che cambiarono i rapporti tra Mosca e il resto del mondo. Il capo del Cremlino, alle domande sull’utilizzo di armi di tale portata, ha risposto senza indugi: “Eravamo pronti a farlo, dissi francamente ai miei colleghi (occidentali, ndr)”, e continua spiegando che la Crimea è loro storico territorio, che i russi che ci vivono erano in pericolo, “non potevamo abbandonarli”, conclude. Dice poi con sollievo che “poi, non ci fu bisogno” dell’uso di armi nucleari, perché nessun Paese avrebbe gradito un nuovo conflitto mondiale, ma il Cremlino era “preparato al peggio”.

Ovviamente la versione di Putin è molto differente dalle visioni occidentali, secondo il presidente infatti in Ucraina vi era un colpo di stato organizzato dai “burattinai” americani per destituire il presidente ucraino Viktor Ianukovich, ma non solo, il politico era in pericolo di vita, per questo la Russia intervenne e lo salvò. Preservare la vita di Ianukovich, dopo che non ha voluto firmare l’accordo di adesione con l’Unione europea, fino alla sua fuga in Russia nella notte tra il 22 e il 23 febbraio sarebbe stata “una buona azione”, continua Putin. Fu la Russia infatti a pianificare la sua fuga per “salvarlo»”. E a fine febbraio Putin ordinò ai vertici dei servizi speciali e della Difesa di occuparsi anche della Crimea