Secondo gli organizzatori, l’evento non vuole essere una trovata provocatoria, sebbene offra spunto per interrogarsi. Piuttosto, ha l’obiettivo di sensibilizzare tutti, incluso lo stesso comune di Bologna, sulle difficoltà – non solo economiche – cui sono costretti a fare i conti ogni giorno genitori e figli delle famiglie “travolte” dal disturbo autistico.
Per farlo, queste persone hanno scelto di aprire le porte della propria casa, offrendo l’occasione di toccare con mano una realtà ancora poco conosciuta ed estremamente complessa. La stessa ricerca medica, infatti, si trova su un terreno ancora poco studiato e le regioni d’Italia non sono compatte ed organizzate nello stanziamento di fondi che consentano le terapie necessarie per permettere miglioramenti della condizione di chi è affetto da questa patologia; pratiche mediche che richiedono costanza, dai costi spesso elevati.
Ma al di là dell’auspicarsi eventuali interventi istituzionali , una cosa è certa: l’esperienza dei genitori adottivi sarà unica ed irripetibile.
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