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Ceneri: “Iniziamo il cammino di conversione senza ostentazione e ipocrisia”

“Ci farà bene a tutti, ma specialmente a noi sacerdoti, all’inizio di questa Quaresima, chiedere il dono delle lacrime, così da rendere la nostra preghiera e il nostro cammino di conversione sempre più autentici e senza ipocrisia”. Così Papa Francesco durante la Messa del mercoledì delle Ceneri. Dopo il momento di preghiera nella chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino e la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina, il vescovo di Roma ha celebrato l’Eucaristia con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri. Come popolo di Dio, ha detto il Santo Padre durante l’omelia, “cerchiamo di unirci più strettamente al Signore Gesù Cristo, per condividere il mistero della sua passione e della sua risurrezione”.

Il profeta Gioele, ha osservato il Pontefice, invita a ritornare al Signore “con tutto il cuore”. Ciò “significa intraprendere il cammino di una conversione non superficiale e transitoria, bensì un itinerario spirituale che riguarda il luogo più intimo della nostra persona. Il cuore, infatti, è la sede dei nostri sentimenti, il centro in cui maturano le nostre scelte, i nostri atteggiamenti”. “Ci farà bene – ha ribadito – farci la domanda: ‘Io piango? Il Papa piange? I cardinali piangono? I vescovi piangono? I consacrati piangono? I sacerdoti piangono? Il pianto è nelle nostre preghiere?’”. Il Papa, poi, ha denotato come le tre opere di pietà previste dalla legge mosaica – elemosina, preghiera e digiuno – nel corso del tempo “erano state intaccate dalla ruggine del formalismo esteriore, o addirittura si erano mutate in un segno di superiorità sociale”. “Una tentazione comune in queste tre opere”, ha spiegato, “si può riassumere proprio nell’ipocrisia”, nominata “per ben tre volte” nel Vangelo odierno.

“Quando si compie qualcosa di buono – ha continuato – quasi istintivamente nasce in noi il desiderio di essere stimati e ammirati per questa buona azione, per ricavarne una soddisfazione. Gesù ci invita a compiere queste opere senza alcuna ostentazione, e a confidare unicamente nella ricompensa del Padre ‘che vede nel segreto’”. Il Signore, ha ripreso il successore di Pietro, “non si stanca mai di avere misericordia di noi, e vuole offrirci ancora una volta il suo perdono, invitandoci a tornare a Lui con un cuore nuovo, purificato dal male, per prendere parte alla sua gioia”. Entrambe le formule pronunciate dal celebrante durante la liturgia – “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” oppure “Convertitevi e credete al Vangelo” – “costituiscono un richiamo alla verità dell’esistenza umana: siamo creature limitate, peccatori sempre bisognosi di penitenza e di conversione”.

Stefano Cicchini

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