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A Mantova il primo coro italiano composto da anziani malati di Alzheimer

Si terranno a Mantova il prossimo 16 e 17 dicembre due giornate di attività, confronto e ricerca, sulle strategie terapeutiche non farmacologiche, l’utilizzo del linguaggio musicale nelle Rsa e la creazione di un coro con malati di Alzheimer. La due giorni, ospitata presso la sede della Fondazione onlus Mons. A. Mazzali, vedrà insieme ospiti dell’istituto geriatrico Mazzali, musicisti, musicoterapeuti, geriatri, familiari, ricercatori scientifici, volontari e operatori, tutti tutti dal desiderio di approfondire l’importanza della relazione tra musica e patologie di Alzheimer

Il momento clou della due giorni sarà l’esibizione del Coro “Voci d’Argento”, il “primo coro con queste caratteristiche in Italia” che comprende anziani, malati, parenti, volontari e musicisti della “Nuova scuola di musica”.

L’idea nasce nel 2015 dopo che Veronica Barini, farmacista all’interno della struttura, legge su internet del coro “Las voces de la memoria”, il gruppo di Valencia composto esclusivamente da malati di Alzheimer. A novembre dell’anno scorso, con altri dipendenti della fondazione partecipa ad un seminario di musicoterapia condotto da Roberto Bellavigna, che da circa 20 anni, attraverso il progetto “La musica della vita”, lavora nell’ambito delle strutture socio sanitarie e riabilitative per anziani, malati di Alzheimer, parkinsoniani. “La musica utilizzata come potente strumento di cura è stata capace di trasformare una lezione di canto in una lezione di vita per tutti noi”, descrive l’avventura la stessa Barini.

Le canzoni hanno il potere di evocare, sono mezzi intermediari con cui parlare della vita, dell’amore, della morte, degli addii – spiega Bellavigna – il canto aziona il controllo della respirazione, rilassa, attiva ponti semantici, accompagna, sostiene, aumenta il ricordo fino ad amplificarlo, è gioia, malinconia, diventa persona, innamoramento”. In moltissimi casi infatti il malato di Alzheimer, nonostante il progressivo deterioramento delle sue facoltà cognitive, ricorda le melodie dei motivi che sono stati importanti nella sua vita poiché, dicono gli esperti, la musica coinvolge l’individuo anche sul piano emozionale e non esclusivamente su quello cognitivo.

La malattia di Alzheimer-Perusini, detta anche demenza presenile, è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante con esordio prevalentemente in età presenile (oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche in epoca precedente). In Italia esistono oltre un milione di persone colpite da questa malattia inguaribile le cui cause sono per la maggior parte dei casi ancora sconosciute; nel mondo sono ben 25 milioni.

Milena Castigli

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