Che cosa ho fatto, o Signore, per avere da te qualche celeste consolazione? Io non ricordo di aver fatto qualche cosa di bene, ma di essere stato sempre proclive ai vizi, tardo all’emenda. Se dicessi altrimenti, tu mi saresti contro, e non ci sarebbe chi mi difende. Che cosa ho meritato per i miei peccati se non l’inferno e il fuoco eterno?
Sinceramente confesso di essere degno di qualunque ludibrio e disprezzo, e non merito di essere annoverato tra i tuoi devoti. Sebbene a malincuore, pure a onore del vero farò conoscere a mia confusione i miei peccati, per meritare più facilmente la tua misericordia.
Che dirò io colpevole e pieno di ogni confusione? Non ho forza se non per dire queste sole parole: Ho peccato, o Signore, si, ho peccato; abbi misericordia di me, dammi il tuo perdono. Lasciami un po’ piangere nel mio dolore, prima che me ne vada dalla terra tenebrosa, e coperta dalla caligine della morte.
RISOLUZIONI: Risolvi di riconoscere e confessare sinceramente di essere peccatore indegno affatto dalla divina consolazione.
Tratto da un’antica edizione del 1800 dell’Imitazione di Cristo
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