La Regione Lazio promuove il gender?

Ieri In Terris si è occupato di un’indagine del Mirror sullo spaventoso aumento di bambini che, in Gran Bretagna, vengono portati dai genitori nelle cliniche in cui si avvia il percorso farmacologico per cambiare sesso.

Le polemiche

La clinica più nota in cui avvengono questi procedimenti nei confronti di bambini anche molto piccoli, persino di quattro anni, è la Tavistock & Portman NHS Trustdi Londra, centro di riferimento mondiale per tali tematiche. Tra i medici più famosi di questa struttura, la psicologa Polly Carmichael, finita nel Regno Unito al centro di polemiche con l’accusa di volersi “sostituire a Dio” per la scelta di somministrare ormoni ai bambini al fine di bloccarne la pubertà. Una volta raggiunta un’età più matura, questi ragazzini possono poi decidere se andare avanti con il cambio di sesso attraverso anche un’operazione chirurgica.

Il Convegno in Regione Lazio

La psicologa in questione, venerdì prossimo, 27 ottobre, sarà ospite a Roma, precisamente nella sede della Regione Lazio, in occasione del Convegno Nazionale “Le varianze di genere in età evolutiva”, organizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere-ONIG in collaborazione con il Servizio di Adeguamento tra Identità Fisica ed Identità Psichica – SAIFIP, A.O. San Camillo-Forlanini. Insieme a lei, saranno presenti personalità politiche e amministrative come il presidente della commissione Sanità Rodolfo Lena.

La scelta della Regione Lazio di ospitare la controversa psicologa ha sollevato però un polverone tra i banchi dell’opposizione. Il consigliere regionale Fabrizio Santori (FdI) ha ricordato che la Carmichael ha scatenato “un turbinio di critiche in patria con l’accusa di ‘sostituirsi a Dio’ a causa della scellerata scelta di adottare ormoni inibitori della pubertà, un intervento che può temporaneamente sospendere questa delicata fase della crescita dell’individuo, mentre i bambini possono ‘decidere’ cosa vorranno essere in futuro, se uomini o donne”.

Il Lazio promuove il gender?

Secondo Santori si tratta di “un’assurdità, un delirio mascherato da approccio clinico, di cui molto probabilmente si parlerà anche in questo convegno dedicato ad operatori ed educatori sociali, primi interfaccia dell’indottrinamento, che chiediamo di annullare immediatamente. Non comprendiamo, inoltre, come un tale inquietante appuntamento possa essere addirittura pubblicizzato sulle pagine del Garante dell’infanzia della Regione Lazio”.

“La dottrina gender e le sue assurde derivazioni come quella della fluidità sessuale, o del gender-free con i bambini in cerca d’identità come viene addirittura sponsorizzata su alcune testate – spiega Santori -, non devono e non possono trovare sponda nelle istituzioni che invece dovrebbero spendersi maggiormente a tutela dell’infanzia nella sua splendida naturalezza e a sostegno della famiglia tradizionale”.