Vangelo del giorno

Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali

«Come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali» «Quemadmŏdum avis nidum suum sub pinnis»

Giovedì 29 ottobre – XXX settimana del Tempo ordinario – Lc 13, 31-35

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore! (Sal 118/117,26)».

Il commento di Massimiliano Zupi

Nell’Antico Testamento Dio veniva paragonato ad un’aquila, che veglia la sua nidiata, prende e solleva Israele sulle sue ali (Dt 32,11). Nel Vangelo di oggi, l’immagine è declassata a quella di una chioccia che nasconde i suoi pulcini sotto le ali. È un passaggio analogo a quello dal cavallo all’asino, cavalcando il quale Gesù avrebbe scelto di entrare a Gerusalemme (Lc 19,35): all’orgoglio e alla forza del primo (Sal 32/31,9) subentra l’obbedienza e l’umile servizio del secondo. Così ora alla potenza e agli artigli dell’aquila sono preferiti l’insignificanza e la premura della gallina: perché nella debolezza di un amore rifiutato e crocifisso Gesù manifesta la sua forza (1 Cor 1,18), nella cura e nella passione folle per l’uomo dimostra la propria divinità (Lc 22,27; Gv 13, 14).

L’uomo però rifiuta un simile Dio: Gerusalemme caccerà fuori dalle sue mura il Signore che la viene a visitare, inchiodandolo ad una croce, come aveva già rigettato ed ucciso i profeti prima di lui, fino a Giovanni Battista. Tuttavia proprio così la pietra scartata dai costruttori diventerà pietra angolare (Sal 118/ 117,22) del nuovo tempio: un tempio non fatto da mani d’uomo (Mc 14,58), un corpo formato da tutti gli uomini che si riuniranno sotto la croce, come sotto le ali di una chioccia, riconoscendo ed accogliendo un Dio che nella debolezza, nel rinnegamento e nel dono di sé si rivela ed offre salvezza.

Massimiliano Zupi

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