Vangelo del giorno

“Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”

«Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà»
«Ille me clarificābit, quia de meo accipĭet et annuntiābit vobis» 

Sesta Settimana di Pasqua – Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Il commento di Massimiliano Zupi

In soli tre versetti, Gesù ripete ben quattro volte che lo Spirito Santo parlerà, annuncerà ciò che è di Gesù e così lo glorificherà. L’annuncio del vangelo da parte del Paraclito è un’azione ripetuta, insistita, fedele: solo così il Cristo viene glorificato, ovvero prende dimora nel cuore della storia e degli uomini, affinché «Dio sia tutto in tutti» (1 Cor 15,28).
Nel nostro piccolo, è questo il senso della Parola del Giorno che offriamo: invitare a dedicare un breve intervallo di tempo quotidiano ad ascoltare il Vangelo e a lasciarlo risuonare in noi e reagire con la nostra vita.

La ripetizione diuturna di questa azione, senza che ce ne accorgiamo, ci plasma, ci forma: pian piano, i suoi pensieri diventano i nostri pensieri (Is 55,8), i suoi sentimenti i nostri sentimenti; e allora, man mano, anche i suoi passi diventeranno i nostri passi, il suo volto il nostro volto. Come prega il salmista, davvero la Parola di Dio è lampada ai nostri passi, luce sul nostro cammino (Sal 119/118,105): l’ascolto e la risonanza quotidiana del Vangelo dona luce agli occhi, consolazione ai cuori, forza alle ginocchia (Is 35,3-5). La Parola di Dio è come un seme: di notte o di giorno, nella veglia e nel riposo, germoglia e cresce, silenziosamente, fino a portare frutto, chicco pieno nella spiga (Mc 4,27-28).

Massimiliano Zupi

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