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Eta Carinae, la stella che ha affascinato la Nasa

Eta Carinae è una stella ipergigante blu situata nella costellazione della Carena. Divenne famosa nell’aprile del 1843 quando raggiunse il picco massimo della sua luminosità. Fu catalogata per la prima volta nel 1677 da Edmond Halley. Osservazioni recenti, ottenute grazie a telescopi come Hubble e Swift, hanno dimostrato che in realtà sia una stella binaria, con una compagna più piccola che le orbita “molto vicino” in circa 5 anni.

In questi giorni è tornata alla ribalta tra gli appassionati di astronomia perché, durante il meeting dell’American Astromical Society, la Nasa ha diffuso un video in cui, grazie al lavoro dei ricercatori della Goddard Space Flight Center, viene mostrata un’animazione dei turbolenti movimenti di gas al suo interno. Eta Carinae si trova a circa 7.500 anni luce dalla Terra, la sua massa è superiore a quella solare di 100-150 volte ed è 5 milioni di volte più luminosa del Sole. La stella è circondata da una nebulosa, eruttata da lei stessa, che per la sua caratteristica forma prende il nome di Nebulosa Omuncolo.

Nel filmato pubblicato dalla Nasa si vede la stella più grande che viene raggiunta dalla sua compagna più piccola, che le orbita intorno, a circa 225 milioni di chilometri. Nei mesi immediatamente precedenti e successivi al periastro – cioè il momento in cui le due stelle sono più vicine – il sistema binario dei due corpi celesti va in fibrillazione, causando così delle repentine variazioni della luminosità. Dalla prima stella emerge un denso e lento vento stellare che viene letteralmente “bucato” dal getto di gas più leggero e veloce proveniente dalla stella più piccola.

Una porzione della Nebulosa di Eta Carinae

Lo scontrarsi dei due venti facilita la formazione di prolungamenti di gas, che assomigliano a delle dita umane. “Non pensavamo esistessereo – commenta Thomas Madura, astrofisico della Nasa che ha partecipato allo studio – pensiamo si tratti di reali strutture fisiche che si innalzano a causa di instabilità causate dal vento superveloce della seconda stella, che collide contro il muro di gas”. Queste strutture gassose si estendono per circa un decimo di anno luce. Fortunatamente per assistere al prossimo picco di luce di Eta Carinae non si dovrà aspettare molto: gli astronomi prevedono che si verificherà il 7 febbraio 2020. Ma il destino delle due stelle è incerto. Infatti potrebbero esplodere entrambe come supernove.

Manuela Petrini

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Manuela Petrini
Tags: nasa

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