Usain Bolt, l’atleta che tutti credevano essere il più veloce del mondo, chiude la sua carriera con un bronzo. Il “ghepardo” non ce l’ha fatta a vincere l’oro mondiale nella sua ultima gara individuale, la finale dei 100 metri dei Mondiali di Londra. Il giamaicano si piazzato terzo, dietro al vincitore Justin Gatlin e all’altro giovane americano Coleman. Gatlin, dodici anni dopo Helsinki 2005, torna sul tetto del mondo, fischiato tuttavia dal pubblico, tanto che quando si mette al collo la medaglia sullo stadio Olimpico cala il silenzio.
A succedere a Bolt non è un giovane, bensì un velocista più vecchio di lui, il 35enne Gatlin (9″92) riesce nell’impresa che aveva fallito due anni fa a Pechino e lo scorso anno a Rio, superando sul filo di lana il 21enne connazionale Christian Coleman (9″94). Per Bolt, partito male e poi rientrato sul podio, lo stagionale eguagliato a 9″95. I segnali della disfatta c’erano forse già stati in semifinale quando Coleman aveva messo la testa davanti a Bolt in semifinale: 9″97 per lo statunitense, 9″98 per il giamaicano che dai quarti di finale di Berlino 2009 non veniva battuto in un turno preliminare iridato dei 100.
Adesso a Bolt per chiudere con un oro la sua carriera da campione dell’atletica rimane la gara della staffetta 4×100, tra una settimana. Il pubblico lo festeggia e impazzisce per lui come sempre. E il giamaicano ricambia con mosse, sorrisi e smorfie, arrivando a mettersi sulle spalle, in omaggio a Londra, la bandiera britannica anziché quella del suo Paese. Scene che fanno da stridente contrasto a quelle vissute dal vincitore di oggi, quel Justin Gatlin che ha pagato con anni di stop il suo oscuro passato, ma al quale il pubblico non ha risparmiato fischi e ululati fin dalla sua prima apparizione nello stadio londinese situato nel parco intitolato alla Regina Elisabetta. Ecco perché, dopo aver battuto Bolt e prima d’inginocchiarsi davanti alle leggenda della Giamaica, Gatlin non ce la fa a trattenersi e fa il gesto di zittire i tifosi sugli spalti. L’americano, commosso fino alle lacrime, torna ad essere campione del mondo, e a 35 anni, quattro più di Bolt che invece si ritira perché non ha più stimoli avendo vinto tutto.
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