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F1: Caso Bianchi, secondo la Fia “non ha rallentato abbastanza”

Il “Panel della Fia” ha stilato le 396 pagine del rapporto sull’incidente che, lo scorso 5 ottobre, ha coinvolto il pilota Jules Bianchi: una delle cause principali sarebbe stata l’alta velocità. Il pilota francese, durante l’ultimo Gran premio del Giappone, “non avrebbe rallentato abbastanza per evitare di perdere il controllo”.

Negli 11 punti del documento si legge: “L’analisi degli eventi che hanno portato all’incidente di Bianchi indica che una serie di fattori determinanti possono aver contribuito a provocare lo schianto, anche se nessuno è stato l’unica causa”. Bianchi aveva sbandato nel corso del 43esimo giro alla settima curva dove l’acqua aveva invaso la traiettoria semi asciutta. In quello stesso punto della pista era uscito fuori strada con la sua monoposto anche il pilota della Sauber, Adrian Sutil. Bianchi si è schiantato contro la gru, che stava rimuovendo la vettura, ad una velocità di 126 km/h riportando gravissime lesioni cerebrali.

Nella relazione si legge che: “Le azioni intraprese dopo l’incidente di Sutil sono state coerenti con le regole e con la loro interpretazione relativa ai 384 incidenti avvenuti nei precedenti 8 anni. In base all’analisi dei fatti, non c’è alcuna ragione per cui la Safety Car dovesse essere mandata in pista prima o dopo l’incidente di Sutil”. Per il prossimo Gran premio, al fine di evitare altre tragedie, si inizieranno le gare non più tardi di 4 ore prima del tramonto, in modo tale che i piloti possano godere di un’ottima visibilità.

Davide Chiossi

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