È l’ultimo atleta ancora in gara a due giri dalla fine, Abdulah Al-Qwabani, quando il suo idolo, il campione britannico Mohamed Farah taglia il traguardo. Il sedicenne yemenita ha deciso di correre la 5000 metri di oggi a piedi nudi. Non è la prima volta che succede, già negli anni sessanta l’etiope Abebe Bikila aveva corso a piedi nudi gare di lunga di stanza, ma con risultati decisamente migliori, conseguendo 2 ori olimpici consecutivi a Roma (1960) e Tokio (1964).
Non così fortunata la prestazione dell’atleta yemenita, che finisce ultimo tra i trentasette in corsa, con un tempo di 16:02.55. “Ho iniziato ad allenarmi solo un anno fa” dice Al-Qwabani: ”Amo correre a piedi nudi. Toccare il terreno è una sensazione fantastica”. Migliora comunque il suo record personale, il giovanissimo atleta campione nazionale e solo rappresentante del suo paese, lo Yemen, tristemente noto alla cronaca per la guerra ancora in corso.
“Sono ancora giovane. Ho ancora molta strada davanti.” Continua il corridore yemenita che sogna però di diventare dottore per “aiutare gli altri”. Sente la mancanza della sua famiglia Al-Qwabani, che dice di essere molto preoccupato per la loro sicurezza. Suo padre e suo fratello più grande lavorano per l’esercito ed il sedicenne ha avuto pochi contatti con loro da quando è a Pechino.
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