Il culto della Vergine addolorata ha origine, probabilmente, nelle rappresentazioni sacre della Settimana Santa. La memoria della Vergine Maria Addolorata risale al XII secolo. I Cistercensi, i Francescani, i Servi di Maria e i Passionisti hanno contribuito alla diffusione di questa memoria.
Il culto della Vergine addolorata è introdotto da Pio VII nel 1814: Pio X fissa al 15 settembre la celebrazione.
Al momento dell’annunciazione, Maria probabilmente non percepisce appieno l’immensa gloria di essere Madre di Dio e di tutte le creature, come forse non immagina le sofferenze che il compito affidatole dal Signore comporterà.
Il sacrificio di Gesù diventa anche il sacrificio di Maria, tanto profonda è la fusione dei loro cuori.
In questa memoria si ricordano tutte le forme di sofferenza provate dalla Madonna nella sua vita terrena, che sono, in modo simbolico, sette: la profezia di Simeone, la fuga in Egitto, lo smarrimento di Gesù al tempio, la salita di Gesù al Calvario, la crocifissione, la deposizione dalla croce e la sepoltura.
Maria è associata alla passione di Gesù. Maria sul Calvario diventa Madre del corpo mistico nato dalla Croce.
Viene raffigurata trafitta nel petto da una o sette spade; a volte è visibile anche il cuore.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi
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