Spiritualità

Il sacramento dell’Eucaristia e la sua origine pasquale

Talvolta accade che ci si chieda come mai bisogna partecipare alla celebrazione eucaristica, quale il mistero che in essa contempliamo, quali effetti essa ha nella nostra vita.

Ora, non pretendo di rispondere in maniera esaustiva e sistematica a questi possibili interrogativi, ma vorrei condividere una riflessione a partire dalla colletta alternativa che il Messale Romano ci ha offerto nella II domenica di Pasqua, perché credo che in questa preghiera possiamo trovare alcune risposte.

L’orazione domenicale così recita: O Padre, che in questo giorno santo ci fai vivere la Pasqua del tuo Figlio, fa’ di noi un cuore solo e un’anima sola, perché lo riconosciamo presente in mezzo a noi e lo testimoniamo nel mondo. Egli è Dio, e vive regna con te…

Nell’invocazione al Padre viene dichiarato ciò che con l’eucarestia celebriamo: la Pasqua del Signore. Infatti, ogni Messa è memoriale del mistero pasquale di Cristo, della sua morte e risurrezione; ogni Messa è celebrazione dell’evento che ci ha salvati e redenti, avvenuto una volta per tutte, ma perpetuato nel tempo dal convito eucaristico. Nella petizione, poi, si chiede al Padre di far di noi “un cuor solo e un anima sola”, con le stesse parole con cui Luca in Atti degli Apostoli ha descritto la prima comunità cristiana (At 4, 32).

Ed è proprio l’eucarestia che rende possibile questo: celebrando e contemplando la Pasqua del Signore, nutrendoci del Corpo e Sangue del Signore, per opera dello Spirito Santo, diveniamo un solo Corpo con lui ed insieme con i fratelli e le sorelle. Quanto bisogna ancora ha il mondo, diviso e lacerato, dell’eucarestia che fa dei cristiani “un cuor solo e un anima sola”! Sant’Agostino affermava in uno dei suoi sermoni che quel pane e quel vino che vediamo sull’altare, santificato dalle parole di Dio, diventati corpo e sangue di Gesù, “se li avete ricevuti bene, voi stessi siete ciò che avete ricevuto” (Sermo 227,1).

Ogni cristiano è perciò associato, nel memoriale della Pasqua, al dono d’amore di Cristo, per essere conformati a Lui e diventare segno della sua presenza e del suo amore nel mondo. Tanto che l’orazione continua dicendo perché il Padre deve fare di noi una cosa sola con Cristo e con i fratelli: per riconoscere il Risorto presente in mezzo a noi – “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18, 19) – e per testimoniarlo nel mondo – “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35).

Dunque, partecipare alla celebrazione eucaristica non è solo per assolvere un precetto, ma soprattutto per unirci intimamente al Signore, per vivere in Lui, con Lui e per Lui, affinché da questa unione sgorghi la sua Chiesa, testimone del comandamento dell’amore in ogni luogo e ogni tempo.

don Francesco Verzini

Recent Posts

Ascoli Piceno, Meloni incontra i Bersaglieri

Si è svolta alla presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la cerimonia del raduno…

5 Maggio 2024

Francesco: “Come un vero amico, Gesù non ci abbandona”

Fin da bambini, impariamo l'esperienza dell'amicizia. Tanto bella quanto impegnativa, specie quando si rende duratura…

5 Maggio 2024

Sabotaggi russi, l’Intelligence europea allerta i governi

Monito delle agenzie di Intelligence d'Europa, che allertano i governi sulla possibilità di sabotaggi da…

5 Maggio 2024

Israele-Hamas, nuova bozza di accordo: “È la migliore”

Secondo i media arabi, l'ultima bozza di accordo tra Israele e Hamas è la migliore…

5 Maggio 2024

Santa Irene da Lecce, la “megalomartire”

Il 5 maggio si ricorda Sant'Irene da Lecce, che nacque nel 39 d.C. a Tessalonica,…

5 Maggio 2024

Ancona, la Polizia inaugura il Villaggio della Legalità

Giornata speciale per la città di Ancona, che ha accolto il nuovo Villaggio della Legalità…

5 Maggio 2024