Scende l’indice di trasmissibilità Rt: nel corso degli ultimi sette giorni è infatti passato da 1,15 a 1. In calo anche l’incidenza dei casi di Covid ogni 100mila abitanti: da 776 a 717. E’ quanto emerge dal monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, che sottolinea inoltre come nell’ultima settimana sia scesa anche l’occupazione delle terapie intensive, ma sia aumentata quella nei reparti ordinari.
La percentuale dei casi di Covid rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve diminuzione (12% contro il 13% della scorsa settimana). E’ in aumento invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (41% rispetto al 38% della settimana precedente), mentre diminuisce lievemente la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (47% contro il 48%).
Il tasso di occupazione in terapia intensiva per pazienti Covid scende questa settimana al 4,2% rispetto al 4,7% della scorsa settimana. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale invece al 15,6% contro il 15,5% di sette giorni fa.
Una sola Regione, l’Abruzzo, questa settimana supera il valore di incidenza di 1.000 casi per 100mila abitanti rispetto al valore medio nazionale di 717: l’incidenza è infatti pari a 1014,6. Le incidenze più elevate, dopo l’Abruzzo, si registrano in Umbria (920,2) e Veneto (896,4). L’incidenza più bassa si rileva in Valle d’Aosta ed è pari a 469,8.
Dodici Regioni superano questa settimana la soglia di allerta del 15% in relazione all’occupazione dei posti letto di malati Covid nei reparti di area medica: il valore più alto si registra in Umbria con il 40,5%. Seguono la Calabria con il 31,8% e la Sicilia con il 25%. Solo una Regione, la Sardegna, supera invece la soglia di allerta fissata al 10% per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto per malati Covid nelle terapie intensive: il tasso di occupazione è infatti pari all’11,3%.
In Italia il 4 aprile scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.2 predominante e la presenza di alcuni casi di variante ‘ricombinante’ della stessa Omicron. Sono questi i risultati dell’indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine tutte le Regioni/PPAA e complessivamente 115 laboratori e sono stati sequenziati 2018 campioni.
Queste le prevalenze stimate:
“In questa indagine sono state identificate alcune sequenze riconducibili a possibili ricombinanti BA.1/BA.2 – spiega Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss – che sono da seguire con attenzione, come indicato anche dall’Oms. La rete di monitoraggio, con le flash survey e la piattaforma Icogen che raccoglie le sequenze, si sta dimostrando efficace nel seguire le evoluzioni del virus Sars-Cov-2”.
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