Opinione

I romani delusi dalla Raggi. Ecco la Roma Capitale che vogliamo

Nei giorni scorsi il quotidiano economico Sole24ore ha pubblicato l’indagine sul livello di gradimento dei presidenti delle 18 Regioni a elezione diretta e dei sindaci di 105 città capoluogo di provincia: il sindaco pentastellato di Roma voleva cambiare il volto della città ma i sondaggi la mandano addirittura al penultimo posto della classifica generale.

Tale risultato non ci sorprende e certifica i limiti dell’azione politico-amministrativa del primo cittadino Virginia Raggi e della sua giunta grillina ovvero l’incapacità e l’incompetenza degli stessi hanno generato scelte politiche approssimative, sbagliate e irresponsabili. E’ vero che i problemi economico-sociali e culturali della Capitale d’Italia vengono da lontano ma dopo quattro anni dalla sua elezione a sindaco della più importante città italiana, Virginia Raggi non è stata in grado di cambiare veramente il vento.

Ha battuto tutti i record di insuccessi in ogni ambito della cosa pubblica: l’inefficienza del servizio di trasporto pubblico (della municipalizzata Atac) tra linee della metropolitana bloccate in continuazione per guasti tecnici, scontri tra tram e autobus, flambus a gogò e l’odissea infinita della Metro C con le talpe meccaniche ferme e sepolte sottoterra; il degrado delle strade e l’incuranza del verde; la limitata capacità di spesa (a causa di una burocrazia inefficiente ed elefantiaca e vedremo in queste settimane cosa accadrà nei piani alti della politica italiana in merito al decreto legge sulle semplificazioni) per gli investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali a sostegno dello sviluppo turistico ed economico; la cattiva gestione dei rifiuti urbani tra cassonetti strapieni di immondizia attaccati da gabbiani, topi e cinghiali e mancati investimenti della municipalizzata Ama nei mezzi di raccolta e nelle tecnologie innovative fondamentali per la chiusura del ciclo dei rifiuti e il fenomeno illegale dei roghi tossici a causa della mancanza di impianti per la gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non.

Tra meno di un anno i cittadini romani saranno chiamati nuovamente al voto per scegliere il sindaco e l’assemblea consiliare. Le forze politiche di diverso schieramento (con il coinvolgimento delle rappresentanze sociali e delle varie associazioni locali) si stanno attrezzando per la costruzione di cantieri di idee al fine di elaborare un grande progetto di rilancio di Roma per farla tornare all’altezza del suo ruolo: una grande metropoli europea, moderna, efficiente, attrattiva ed inclusiva.

Vincerà il prossimo appuntamento elettorale del 2021 l’area politica che avrà il coraggio di ripensare (dopo la pandemia) la città e di presentare ai cittadini romani proposte innovative, (magari) impopolari e di buonsenso accompagnate da una visione e da una programmazione strategica sulla città del futuro e da un modello di economia circolare quale modus agendi orientato al cambiamento in chiave sostenibile (attraverso le tecnologie e le soluzioni innovative) nella mobilità urbana, nelle infrastrutture per i trasporti e in quelle digitali e nelle reti energetiche, nella gestione dei rifiuti, nella riqualificazione energetica dell’immenso patrimonio immobiliare e nella rigenerazione delle periferie.

Donato Bonanni

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