Gli assegni per il sostegno alle persone con disabilità gravissime erogati dalle diverse municipalità, per essere più efficaci, dovrebbero essere dei contributi più mirati e meglio proporzionati non solo alla condizione della singola persona, ma anche della famiglia e della tipologia di assistenza necessaria. Oggi purtroppo invece vengono erogati un po’ a pioggia, a seconda del bilancio comunale piuttosto che dei diversi criteri previsti, come l’Isee o le diverse disabilità, senza entrare effettivamente nei reali bisogni. Devono essere comprese concretamente le vere necessità di ognuno e, in base a quello, devono essere conferiti dei contributi i quali, però, non devono essere fini a sé stessi ma per attività mirate, come ad esempio l’assistenza domiciliare se necessaria e con un’entità maggiore, affinché le famiglie possano scegliere in autonomia a chi rivolgersi, garantendo così in principio della libertà di scelta tra assistenza diretta e indiretta.
Quelli che ho appena descritto sarebbero dei passaggi fondamentale per garantire l’equità delle somme erogate. Oggi purtroppo, i contributi che vengono dati, sono tutti uguali ma non garantiscono l’equità. Le istituzioni devono quindi agire in questo senso per assicurare l’inclusione delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
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