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Tor di Valle, Stadio a rischio stop: un vincolo della soprintendenza tutela l’ippodromo

Non bastavano i (seppur provvisori) dieci punti di distanza dalla prima in classifica. Ora la Roma (intesa come società sportiva) rischia di veder sfumare anche la costruzione del tanto atteso nuovo stadio di Tor di Valle a causa di un possibile vincolo sull’ippodromo di Lafuente.

Un documento della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Mibact per il Comune di Roma a firma della Soprintendente, l’architetto Margherita Eichberg, avverte che “a causa del suo riferimento con la storia dell’arte (architettura), della scienza, della tecnica e dell’industria di questo Paese” viene dato l’”avvio del procedimento di dichiarazione di interesse particolarmente importante” dell’Ippodromo di Tor di Valle. Per l’esattezza: della sua “tribuna” e del “sedime della pista”, progettati dall’architetto spagnolo Julio Lafuente in occasione delle imminenti Olimpiadi di Roma del ’60.

L’ippodromo, che si estende su una superficie di 420.000 m², venne chiuso alle gare di trotto nel 2013 a seguito dell’accordo per la costruzione di uno stadio calcistico di proprietà della As Roma, accordo siglato il 30 dicembre 2012 ad Orlando, in Florida, tra il presidente della As Roma James Pallotta, l’amministratore delegato Italo Zanzi e il costruttore Luca Parnasi, proprietario del terreno.

Per la sovrintendenza il complesso ippico, nel quale vennero anche ambientate numerose scene del film “Febbre da cavallo”, è un “unicum” che va preservato essendo inserito nelle guide di Roma moderna (l’ultima delle quali edita nel 2007) e schedato nel portale “archivi degli architetti”, nonché nel portale del Mibact. Inoltre, la sovrintendenza chiede che – oltre alla struttura – venga anche preservata “la visuale” o che non siano “alterate le condizioni di inserimento nel contesto agrario attuale”.

Il parere della Soprintendenza Archeologia Belle Arti, i cui compiti istituzionali riguardano la tutela e la valorizzazione dei beni archeologici, artistici, architettonici e paesaggistici del territorio del comune romano ad eccezione dell’area tutelata dall’Unesco, non è almeno per ora vincolante. Trattasi invece dell’avvio di un procedimento amministrativo – della durata di 120 giorni – al termine del quale il vincolo potrebbe venire apposto. Alla società giallorossa non resta che scrivere al Ministero una memoria difensiva; per farlo, ha solo 30 giorni di tempo. Un nuovo macigno sulla strada (già impervia) della costruzione del nuovo impianto.

redazione

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