Per evitare il razionamento dell’acqua ai quindici municipi di Roma, in Campidoglio è stata istituita una “cabina di regia”. E’ quanto stabilito al termine dell’incontro, avvenuto ieri sera in Campidoglio, tra Acea e Regione, dopo lo stop ai prelievi dal lago di Bracciano e l’allerta sulla possibilità, a partire da venerdì 28 luglio, di chiudere i rubinetti dell’Urbe, costringendo un milione e mezzo di romani a subire le turnazioni delle risorse idriche per coprire l’intero fabbisogno cittadino. Una “cabina” operativa già da questa mattina, che, in una corsa contro il tempo, è al lavoro per trovare una soluzione tecnica.
Il presidente Acea, Luca Lanzalone, definisce l’incontro “molto fruttuoso”. Stessi toni dall’assessore regionale Fabio Refrigeri: “Lavoriamo per cercare di non creare disagi ai cittadini del Lazio e di Roma. Da qui a domani troveremo situazioni che possono in qualche maniera essere più confrontate”. Tra le ipotesi emerse in queste ore, potrebbero essere lo slittamento del provvedimento di stop ai prelievi o l’aumento della captazione da altre sorgenti da parte di Acea al mese di agosto, quando i romani, generalmente, lasciano Roma per le vacanze.
“Il dialogo è costruttivo”. Virginia Raggi, definisce così il clima della riunione della cabina di regia con Acea e Regione Lazio per l’emergenza idrica a Roma, evidenziando che si lavora a “soluzioni tecniche per evitare disagi” ai cittadini romani. “Il Campidoglio chiaramente è aperto e io sono disponibile a stare qui tutto il tempo necessario a garantire l’acqua ai cittadini romani, soprattutto agli ospedali, alle case di cura, ai vigili del fuoco – sottolinea la Raggi -. Non possiamo assolutamente tollerare questo provvedimento”. “Del resto la tutela del lago è altresì molto importante – aggiunge – è stato uno dei miei primi pensieri, più di un mese fa ho emanato un’ordinanza proprio per la salvaguardia del lago e per un utilizzo responsabile dell’acqua”. Intanto, a quanto si apprende, l’Acea ha presentato ricorso contro lo stop ai prelievi dal lago di Bracciano deciso dalla Regione Lazio. Il ricorso dell’azienda, di cui il Campidoglio è azionista di maggioranza, è stato presentato al tribunale regionale delle acque e sarebbe già stato notificato alla Regione.
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