Addio a uno dei palazzetti nei pressi dello storico Quartiere Coppedè, a Roma, caratterizzato dalla versatilità stilistica che ne fa una delle zone più gradevoli della città.
Dall'alba di stamattina sono in azione le ruspe per buttar giù il villino di fine anni Venti del Conte Naselli, in via Ticino 3, e far posto alle fondamenta del nuovo edificio: una palazzina ultramoderna con sette appartamenti progettata da Alessandro Ridolfi, presidente degli architetti di Roma.
È da mesi che polemiche ed accuse incrociate fanno da sfondo a questa vicenda di demolizione e ricostruzione. Gli abitanti del quartiere, le associazioni ambientaliste come Italia Nostra e il critico d'arte Vittorio Sgarbi hanno predisposto un'ideale barricata per opporsi a quello che definiscono “uno scempio” architettonico.
“Ci siamo rivolti alla giustizia – aveva attaccato a luglio Oreste Rutigliano, presidente di Italia Nostra – preoccupati dalle dichiarazioni fasulle da parte dei costruttori, che hanno acquistato da una Congregazione di suore e parlavano di un villino anni Cinquanta, chiedendo che sia verificata la corretta interpretazione del piano regolatore che lì consente solo interventi di miglioramento edilizio che si inseriscano nel contesto“.
Rutigliano sottolineava inoltre che “la verifica di interesse chiesta dai proprietari nel 2014 ha avuto esito negativo: la soprintendenza non ha ritenuto di vincolare” e aveva considerato questo responso “forse un atto di ordinaria amministrazione senza conoscere i progetti di futura demolizione e di inserimento di uno stridente edificio moderno”.
Italia Nostra punta l'indice verso il Piano Casa del Governo Berlusconi e il piano regolatore della Capitale approvato dalla Giunta Veltroni nel 2008, “che ha cancellato le norme tecniche di PRG della zona B1 che non rendeva di fatto possibile demolire”.
Risulta che negli anni Cinquanta ci sia stata solo una sopraelevazione dell'edificio, forse da questo successivo intervento deriva l'equivoco sulla data di costruzione del villino. Alla luce delle corrette informazioni su quest'ultimo dato (il villino è stato costruito a fine anni Venti), la questione è finita in Procura. Ma in attesa di un pronunciamento, le ruspe sono già in azione.
E ancora: “La demolizione non ci sarà, vi mangeremo il cuore e se uno solo comprerà un appartamento in questo condominio di m…. quell'uno sarà un uomo senza anima e senza gusto. Chi abiterà in questo luogo immondo andrà all'inferno, non vuole vivere a Roma”. La demolizione è invece già cominciata.
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